Le nozze
 

"Carlo" chiese Maria "cosa possiamo fare per avere qualcosa da ricordare del giorno delle nostre nozze?" Nessun familiare avrebbe fatto loro gli auguri e i pochi amici che avevano erano tutti al lavoro. "Andiamo a piedi in comune e contiamo quanti pali del telefono ci sono lungo il cammino; quando siamo stanchi, prendiamo il tram per il resto della strada". Erano giovani e forti e, soprattutto, abituati dalla nascita a usare le gambe per raggiungere qualunque meta, dunque andarono a piedi fino a destinazione, dimenticandosi persino di contare. Questo fu l'aneddoto sul loro matrimonio più raccontato, a volte in modo ironico, a volte con malinconia. Non c'era molto altro da dire. Nel momento in cui uscirono dal comune, Maria chiese a Carlo "Quando torneremo a sposarci?" non aveva capito nulla di quanto era accaduto e pensò di aver soltanto compilato i moduli per il permesso, l'autorizzazione al matrimonio.

 

Carlo le spiegò che la cerimonia aveva appena avuto luogo. Ogni volta che raccontavano questa parte della storia, rideva di gusto e sia lei sia Carlo aggiungevano "Che oca!" Per il viaggio di ritorno salirono sul tram e tornarono nell'appartamento che sarebbe stato la loro prima casa. Carlo fu premuroso nei confronti di Maria, era consapevole della sua timidezza e della vita riservata e virtuosa che aveva sempre condotto: caratteristiche che l'avevano resa la donna che voleva in moglie. Il loro certificato di matrimonio mostra che il 9 luglio 1921, cinquantun giorni dopo l'inizio del viaggio di Maria, lei e Carlo erano stati uniti in matrimonio da una cerimonia civile.

 

Non esiste alcun documento che possa indicare il giorno preciso in cui arrivò a San Francisco, né lei me lo disse mai; era qualcosa che non le avrei mai chiesto per non metterla a disagio perché se avessero vissuto insieme uno o più giorni prima del matrimonio, si sarebbe vergognata nel raccontarmelo. Il 18 agosto si sposarono di nuovo nella chiesa cattolica dei Santi Pietro e Paolo di Washington Square e Maria si sentì in pace perché la loro unione finalmente era stata santificata da Dio. L'unica formalità che contraddistinse l'evento fu la foto che si fecero scattare nello studio di un fotografo, da spedire a casa alle loro famiglie. Nell'immagine Carlo è seduto con le gambe incrociate, una mano è sul suo ginocchio e l'altra stringe una mano di lei, che gli sta accanto in piedi. Lui indossa un abito composto di tre indumenti, la catenella d'oro del suo orologio ben in evidenza e scarpe con chiusura a bottone.

 

Lei indossa un abito nero, scarpe e calze nere (in memoria di sua madre morta pochi mesi prima). L'austerità del suo abbigliamento è attenuata solo da un bouquet di fiori appoggiato su un braccio, un lungo paio di guanti grigi che penzolano dalla sua mano e una catenina d'oro con un ciondolo (regalo d'addio di sua sorella Irma). La fede non è ben visibile ma so che è quella appartenuta a sua madre. La folta chioma nera è raccolta in alto dietro le orecchie, in un'acconciatura morbida. Carlo aveva ventisette anni e Maria ventidue. Rimasero insieme per trentanove anni, fino alla morte di Carlo nel 1959.