PAPA PIO IX |
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Senigallia 13 maggio 1792 - Roma 7 febbraio 1878 |
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Papa Pio
IX (in latino: Pius PP. IX, nato Giovanni Maria
Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai-Ferretti;
Senigallia, 13 maggio 1792) è stato il 255º vescovo di
Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1846 al 1878 e
164º e ultimo sovrano dello Stato Pontificio dal 1846 al
1870. |
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Giovinezza |
Nato il 13 maggio 1792 a Senigallia con il nome di Giovanni Maria Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai-Ferretti, fu il nono figlio di Girolamo Benedetto Gaspare (membro della famiglia dei conti Mastai-Ferretti, 1750-1833) e Caterina Antonia Maddalena Solazzi. Venne battezzato lo stesso giorno di nascita nel Duomo della città dallo zio canonico Angelo Mastai Ferretti. Ricevette la cresima il 9 giugno 1799 dal cardinale Bernardino Honorati, vescovo di Senigallia, e la prima comunione il 2 febbraio 1803. |
Compì gli studi
classici nel celebre collegio dei Nobili di
Volterra, diretto dai padri scolopi, dal 1803 al
1808; gli studi furono comunque sospesi per
improvvisi e ripetuti attacchi epilettici,
causati da un pregresso trauma cranico riportato
in un gravissimo incidente in cui incorse
cadendo in un torrente nell'ottobre 1797. |
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La casa natale di Pio IX a Senigallia |
Profondamente
amareggiato, in quell'occasione conobbe un
giovane Vincenzo Pallotti che lo consolò e gli
vaticinò il pontificato. Lo stesso anno si recò
in pellegrinaggio a Loreto dove incontrò papa
Pio VII il quale voleva ringraziare la Madonna
per la propria liberazione da Napoleone. Quando
il giovane Mastai Ferretti gli confidò la
malattia che da anni lo assediava, il pontefice
gli disse: "Crediamo che questo crudele male non
vi tormenterà mai più"; in effetti, dopo tale
visita col Papa, non ebbe più attacchi
epilettici e attribuì la guarigione alla grazia
ricevuta dalla Vergine di Loreto. |
Arcivescovo di Spoleto |
Nonostante il suo
proposito di non volere cariche, fu comunque
nominato dal papa nel 1827, a soli 35 anni di
età, arcivescovo di Spoleto. Fu consacrato il 3
giugno dal cardinale Castiglioni, futuro papa
Pio VIII, nella chiesa romana di San Pietro in
Vincoli. A Spoleto applicò l'esperienza del
"Tata Giovanni" fondando anche in questa città
un istituto analogo. Mostrò rigore per la
disciplina religiosa e molta carità per i
poveri, arrivando a impegnare i propri mobili
per aiutare i più bisognosi. Durante l'insurrezione del 1831 fu nominato delegato straordinario di Spoleto e Rieti e con un'abile mediazione salvò la città da un inutile spargimento di sangue. Convinse i generali pontifici a non aprire il fuoco e ai rivoltosi concesse, alla deposizione delle armi, soldi e passaporti. Tale atteggiamento di moderazione contribuì, al momento della sua elezione a papa, a far pensare ai patrioti italiani che fosse uomo di idee liberali e aperto alla causa nazionale. In tale periodo salvò la vita al ventitreenne Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, il futuro Napoleone III, che stava per essere fatto prigioniero dagli austriaci proprio a Spoleto. Il 13 gennaio 1832 la città di Spoleto subì un grave terremoto. Essendo vescovo diresse subito gli aiuti, organizzando un piano specifico e andando di persona sui luoghi del disastro. Da allora si impegnò per la ricostruzione nel più breve tempo possibile, prima del sopraggiungere dell'inverno, ottenendo fondi da papa Gregorio XVI. |
Vescovo di Imola e cardinale |
In considerazione dei successi in Umbria nel 1832, papa Gregorio XVI lo inviò nella sanguigna e rivoltosa Romagna, nominandolo vescovo di Imola. Il futuro pontefice si dedicò a questo nuovo magistero con particolare impegno, tanto che la sua opera fu premiata alcuni anni più tardi, quando all'età di soli quarantotto anni fu creato cardinale - sempre da Gregorio XVI - nel concistoro del 14 dicembre 1840. |
Il
conclave del 1846 |
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José Galofré y Coma, Ritratto di Pio IX con i suoi principali ministri (1847) |
I cittadini esultavano perché ricordavano gli anni passati da Mastai in provincia e gli esponenti degli stati nazionali furono contenti poiché Mastai era considerato un moderato e non favoriva una particolare nazione Addirittura l'ambasciatore francese a Roma ebbe da esultare «Il papa è fatto e liberale,» mentre il cancelliere austriaco Klemens von Metternich affermò che la notizia dell'elezione di Mastai gli procurò «una soddisfazione viva e legittima». |
La morte
e la traslazione della salma |
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Fotografia
post mortem di Pio IX |
Numerosi elementi anticlericali prepararono manifestazioni di protesta. Nonostante fossero prevedibili scontri, non fu organizzato un visibile dispiegamento di polizia. Il governo italiano era restio a organizzare un servizio di sicurezza adeguato per, così si argomentava, non creare l'impressione di un omaggio a una figura che aveva ritardato l'Unità d'Italia. D'altro canto gli ambienti ecclesiastici non vollero utilizzare le forze di sicurezza vaticane perché sarebbe stato un implicito riconoscimento della legge delle guarentigie che le aveva istituite. |
La cerimonia fu
interrotta da un gruppo di anticlericali che
tentarono di impossessarsi del feretro, al grido
di «al fiume il papa porco», attaccando il
corteo funebre con sassi e bastoni nell'evidente
intento di gettare la salma di Pio IX nel
Tevere. I fedeli, tranne pochi animosi, rimasero
sostanzialmente passivi. |
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La teca contenente la salma di Pio IX |
Vi furono
conseguenze politiche: il prefetto di Roma venne
rimosso dall'incarico e il governo Depretis
dovette rispondere a numerose interrogazioni
parlamentari sulla vicenda. Il ministero degli
Esteri inviò una lettera circolare alle
monarchie europee per spiegare l'origine degli
scontri. |