ROBERTO MANCINI

Jesi 27 novembre 1964

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Roberto Mancini è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista o attaccante, commissario tecnico della nazionale italiana.
Considerato uno dei migliori centrocampisti offensivi nella storia del calcio italiano, ha debuttato in Serie A con il Bologna nel 1981, non ancora diciassettenne, per poi diventare negli anni a seguire un simbolo della Sampdoria, di cui è il recordman di presenze e reti, avendovi disputato 566 partite segnando 173 gol; dopo aver militato nel club genovese dal 1982 al 1997, ha militato per un triennio nella Lazio, per poi chiudere la carriera da calciatore con una breve parentesi nel Leicester City.
Tra il 1984 e il 1994 ha fatto parte della nazionale italiana, con cui ha disputato da titolare il campionato d'Europa 1988 e partecipato senza giocare al campionato del mondo 1990; meno brillante rispetto a quanto mostrato nelle squadre di club, in maglia azzurra ha totalizzato 36 presenze e 4 reti. Conta inoltre 26 apparizioni e 9 gol nell'Italia Under-21, con cui ha preso parte agli Europei 1984 e 1986. Avendo vinto sei volte la Coppa Italia, è il giocatore che ha conquistato più volte questo trofeo, nonché quello col maggior numero di presenze nella competizione (120); il suo palmarès annovera anche due Coppe delle Coppe, due scudetti, due Supercoppe italiane e una Supercoppa UEFA.

 

 

A livello individuale si è aggiudicato due premi agli Oscar del calcio AIC 1997, risultando miglior calciatore italiano e miglior calciatore assoluto; in precedenza aveva vinto per due volte il Guerin d'oro, al termine delle stagioni 1987-1988 e 1990-1991. Nel 2017 è stato insignito del Golden Foot, venendo annoverato tra le Leggende del calcio.
Ritiratosi dal calcio giocato, ha intrapreso la carriera da allenatore, vincendo numerosi trofei anche da tecnico: quattro Coppe Italia (record condiviso con Massimiliano Allegri e Sven-Göran Eriksson), due Supercoppe italiane, tre campionati italiani, un campionato inglese, una FA Cup, una FA Community Shield e una Coppa di Turchia. Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano, nella categoria Allenatore italiano.

 

 

Fantasista, capace di giocare sia come centrocampista offensivo sia come seconda punta, prediligeva effettuare passaggi smarcanti per i compagni piuttosto che concludere a rete, ma era abile anche in fase realizzativa, al punto da essere impiegato, talvolta, come centravanti: a detta del suo ex allenatore Renzo Ulivieri, Mancini avrebbe potuto affermarsi come erede di Roberto Boninsegna se avesse giocato costantemente da prima punta. Giocatore carismatico e dal carattere acceso, è ritenuto uno dei massimi «specialisti» del dribbling della sua epoca; le notevoli qualità tecniche gli consentivano di dare una svolta improvvisa alle partite, nonostante il suo rendimento fosse discontinuo. Secondo il parere di Vujadin Boškov, le doti caratteriali di Mancini lasciavano intravedere, al termine del suo percorso da calciatore, una possibile carriera da allenatore — effettivamente concretizzatasi —, sebbene il tecnico serbo lo ritenesse maggiormente adatto a mansioni dirigenziali.

 

Una volta sedutosi in panchina, agli esordi il tecnico jesino mostrò una certa affinità con la filosofia calcistica del suo mentore Boškov, spingendo sull'innovazione e prediligendo un calcio improntato «più al gioco che ai risultati», spesso affidandosi a calciatori più di talento che di sostanza. Ciò si traduceva tuttavia in delle squadre che non riuscivano a concretizzare la grande mole di gioco prodotta, sicché ben presto l'allenatore abbracciò l'idea del «dominio fisico delle partite» attraverso la costruzione di «una diga muscolare sulla mediana»; una soluzione quest'ultima mutuata da un altro dei suoi maestri, Sven-Göran Eriksson.
Le successive innovazioni portate nella disciplina dal guardiolismo — supremazia della tecnica, ricerca dell'identità tattica e valore della progettualità a lungo termine — influenzarono e ridisegnarono anche la proposta calcistica di Mancini il quale, al contrario, si era fin lì creato la fama di «allenatore pragmatico, poco spettacolare e "costoso"» per via degli ingenti investimenti che richiedeva ai suoi club in sede di mercato, cosa che nel frattempo l'aveva fatto scivolare ai margini del calcio di vertice. Il passaggio sulla panchina della nazionale italiana coincise infatti per il tecnico jesino con la riscoperta delle idee d'inizio carriera, con un gioco «più moderno» e la predilezione verso giovani di prospettiva anziché nomi già affermati.

 

 

 

Il 14 maggio 2018 viene nominato commissario tecnico della nazionale italiana, per il quale incarico aveva deciso di rescindere con lo Zenit. La sua nomina a CT pone fine a quello che è stato da molte testate definito come un «periodo di transizione» per la Nazionale, iniziato con la mancata qualificazione al campionato del mondo 2018 e culminato con la rivoluzione in casa FIGC: con Mancini, infatti, prende avvio una fase di rinnovamento della nazionale, con la manifesta volontà dell'allenatore marchigiano di dare maggiore spazio ai giovani, un'istanza per certi versi opposta alle scelte del precedente commissario tecnico, Gian Piero Ventura. All'inizio del suo ciclo Mancini procede a un ricambio generazionale, escludendo giocatori d'esperienza quali Parolo, Candreva ed Éder, e dando piena fiducia sul palcoscenico internazionale a giovani che avevano già debuttato, come Donnarumma, Pellegrini e Chiesa. Nel suo primo anno, il CT fa esordire anche giovani talenti della Serie A quali Barella, Sensi e Kean. Scelta particolare del nuovo CT è quella di includere nel giro della nazionale anche giovani calciatori ancora privi, all'epoca, di minutaggio in Serie A, come Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali.

 

Il 28 maggio 2018 esordisce sulla panchina dell'Italia con una vittoria, battendo 2-1 in amichevole l'Arabia Saudita. Fanno seguito i sofferti scontri amichevoli contro Francia e Paesi Bassi, che anticipano la prima competizione ufficiale disputata dall'Italia di Mancini, ovvero la prima edizione della Nations League. L'Italia, sorteggiata in Lega A con Portogallo e Polonia, esordisce contro quest'ultima, maturando un pareggio. Nonostante la sconfitta contro il Portogallo all'andata, nelle gare di ritorno l'Italia ottiene prima una vittoria contro la Polonia, quindi un pareggio contro i lusitani, che consente agli azzurri di classificarsi secondi nel proprio girone, evitando la retrocessione in Lega B, pur non prendendo parte però alla fase finale del torneo.
Sorteggiata nel gruppo J delle qualificazioni per il campionato d'Europa 2020, l'Italia di Mancini debutta il 23 marzo 2019, contro la Finlandia: la gara termina 2-0, e tra le note salienti figura il gol del diciannovenne Kean, secondo solo a Bruno Nicolè tra i più giovani marcatori nella storia della nazionale maggiore.

 

La successiva vittoria per 6-0 sul Liechtenstein porta gli Azzurri in vetta nel girone di qualificazioni, avvicinando l'accesso al torneo già nel mese di settembre. Il 12 ottobre 2019, con la vittoria casalinga per 2-0 sulla Grecia, l'Italia di Mancini strappa la qualificazione matematica ad Euro 2020, da prima classificata del girone, con tre giornate d'anticipo, risultato mai conseguito prima nella storia della nazionale italiana. La successiva vittoria per 5-0 contro il Liechtenstein, la nona consecutiva di una striscia iniziata con la vittoriosa amichevole contro gli Stati Uniti, consente a Mancini di eguagliare il primato di vittorie consecutive registrato nel 1938 da Vittorio Pozzo. Tale record viene poi infranto con le successive vittorie sulla Bosnia ed Erzegovina e sull'Armenia, con la vittoria degli azzurri al Renzo Barbera di Palermo il 18 novembre per 9-1, la più ampia della storia della nazionale in una partita di qualificazioni agli Europei.

 

 

L’Italia chiude il girone con 30 punti e 10 vittorie su 10 partite disputate, realizzando complessivamente 37 gol e subendone soltanto 4.
A seguito dello scoppio della pandemia globale di COVID-19, la nazionale di Mancini vede rinviarsi di un anno l'appuntamento ad Euro 2020. La compagine azzurra prende quindi parte all'edizione 2020-2021 di Nations League, venendo sorteggiata in girone con Polonia, Bosnia ed Erzegovina e Paesi Bassi: la tornata di sfide, portata a termine dal vicecommissario Alberico Evani (a causa della sopraggiunta positività al COVID-19 di Mancini stesso, poi guarito), culmina con il conseguimento del vertice del girone, risultato che consente agli Azzurri di accedere alla fase finale del torneo, da celebrarsi proprio in Italia in virtù del regolamento della Nations League. Nel mentre, a fine marzo 2021 l'Italia disputa le sue prime gare nell'ambito dei gironi di qualificazione ai mondiali 2022: la vittoria sulla Lituania (0-2) consente a Mancini di eguagliare il record di 25 risultati utili consecutivi, precedentemente detenuto da Marcello Lippi.