ROBERTO MANCINI |
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Jesi 27 novembre 1964 |
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Roberto
Mancini è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano,
di ruolo centrocampista o attaccante, commissario tecnico
della nazionale italiana. |
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A livello
individuale si è aggiudicato due premi agli Oscar del calcio AIC
1997, risultando miglior calciatore italiano e miglior
calciatore assoluto; in precedenza aveva vinto per due volte il
Guerin d'oro, al termine delle stagioni 1987-1988 e 1990-1991.
Nel 2017 è stato insignito del Golden Foot, venendo annoverato
tra le Leggende del calcio. |
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Fantasista, capace di giocare sia come centrocampista offensivo sia come seconda punta, prediligeva effettuare passaggi smarcanti per i compagni piuttosto che concludere a rete, ma era abile anche in fase realizzativa, al punto da essere impiegato, talvolta, come centravanti: a detta del suo ex allenatore Renzo Ulivieri, Mancini avrebbe potuto affermarsi come erede di Roberto Boninsegna se avesse giocato costantemente da prima punta. Giocatore carismatico e dal carattere acceso, è ritenuto uno dei massimi «specialisti» del dribbling della sua epoca; le notevoli qualità tecniche gli consentivano di dare una svolta improvvisa alle partite, nonostante il suo rendimento fosse discontinuo. Secondo il parere di Vujadin Boškov, le doti caratteriali di Mancini lasciavano intravedere, al termine del suo percorso da calciatore, una possibile carriera da allenatore — effettivamente concretizzatasi —, sebbene il tecnico serbo lo ritenesse maggiormente adatto a mansioni dirigenziali. |
Una volta
sedutosi in panchina, agli esordi il tecnico jesino mostrò
una certa affinità con la filosofia calcistica del suo
mentore Boškov, spingendo sull'innovazione e prediligendo un
calcio improntato «più al gioco che ai risultati», spesso
affidandosi a calciatori più di talento che di sostanza. Ciò
si traduceva tuttavia in delle squadre che non riuscivano a
concretizzare la grande mole di gioco prodotta, sicché ben
presto l'allenatore abbracciò l'idea del «dominio fisico
delle partite» attraverso la costruzione di «una diga
muscolare sulla mediana»; una soluzione quest'ultima mutuata
da un altro dei suoi maestri, Sven-Göran Eriksson. |
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Il 14 maggio 2018 viene nominato commissario tecnico della nazionale italiana, per il quale incarico aveva deciso di rescindere con lo Zenit. La sua nomina a CT pone fine a quello che è stato da molte testate definito come un «periodo di transizione» per la Nazionale, iniziato con la mancata qualificazione al campionato del mondo 2018 e culminato con la rivoluzione in casa FIGC: con Mancini, infatti, prende avvio una fase di rinnovamento della nazionale, con la manifesta volontà dell'allenatore marchigiano di dare maggiore spazio ai giovani, un'istanza per certi versi opposta alle scelte del precedente commissario tecnico, Gian Piero Ventura. All'inizio del suo ciclo Mancini procede a un ricambio generazionale, escludendo giocatori d'esperienza quali Parolo, Candreva ed Éder, e dando piena fiducia sul palcoscenico internazionale a giovani che avevano già debuttato, come Donnarumma, Pellegrini e Chiesa. Nel suo primo anno, il CT fa esordire anche giovani talenti della Serie A quali Barella, Sensi e Kean. Scelta particolare del nuovo CT è quella di includere nel giro della nazionale anche giovani calciatori ancora privi, all'epoca, di minutaggio in Serie A, come Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali. |
Il 28 maggio
2018 esordisce sulla panchina dell'Italia con una vittoria,
battendo 2-1 in amichevole l'Arabia Saudita. Fanno seguito i
sofferti scontri amichevoli contro Francia e Paesi Bassi, che
anticipano la prima competizione ufficiale disputata dall'Italia
di Mancini, ovvero la prima edizione della Nations League.
L'Italia, sorteggiata in Lega A con Portogallo e Polonia,
esordisce contro quest'ultima, maturando un pareggio. Nonostante
la sconfitta contro il Portogallo all'andata, nelle gare di
ritorno l'Italia ottiene prima una vittoria contro la Polonia,
quindi un pareggio contro i lusitani, che consente agli azzurri
di classificarsi secondi nel proprio girone, evitando la
retrocessione in Lega B, pur non prendendo parte però alla fase
finale del torneo. |
La successiva vittoria per 6-0 sul Liechtenstein porta gli Azzurri in vetta nel girone di qualificazioni, avvicinando l'accesso al torneo già nel mese di settembre. Il 12 ottobre 2019, con la vittoria casalinga per 2-0 sulla Grecia, l'Italia di Mancini strappa la qualificazione matematica ad Euro 2020, da prima classificata del girone, con tre giornate d'anticipo, risultato mai conseguito prima nella storia della nazionale italiana. La successiva vittoria per 5-0 contro il Liechtenstein, la nona consecutiva di una striscia iniziata con la vittoriosa amichevole contro gli Stati Uniti, consente a Mancini di eguagliare il primato di vittorie consecutive registrato nel 1938 da Vittorio Pozzo. Tale record viene poi infranto con le successive vittorie sulla Bosnia ed Erzegovina e sull'Armenia, con la vittoria degli azzurri al Renzo Barbera di Palermo il 18 novembre per 9-1, la più ampia della storia della nazionale in una partita di qualificazioni agli Europei. |
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L’Italia chiude
il girone con 30 punti e 10 vittorie su 10 partite disputate,
realizzando complessivamente 37 gol e subendone soltanto 4. |