Conserva di pomodori

   
   

Fino a non molto tempo fa, quasi tutte le famiglie producevano e confezionavano in casa la conserva di pomodori per tutto l'anno. Si utilizzavano i po-modori più maturi, generalmente del tipo San Marzano che, una volta lavati accuratamente, venivano prima ben scolati e poi tagliati in pezzi. A questo punto venivano passati più volte fino ad ottenere una salsa semiliquida. La salsa veniva imbottigliata e le bottiglie, chiuse ermeticamente, venivano fatte bollire per circa 30 minuti awolte in sacchi di juta e fogli di giornale per evitare la rottura. Era frequente l'aggiunta di un trito di sedano, carota e cipolla o di una foglia di basilico.

 
 

Queste stesse procedure vengono ripetute perfettamente immutate ancora oggi anche se la tradizione di "farsi la conserva in casa" è assai meno diffusa di un tempo. È curioso osservare come vengano utilizzate le bottiglie più disparate che vengono accantonate durante l'anno proprio per riporvi la conserva. È possibile trovare le une vicine alle altre, bottiglie di birra, di succhi di frutta o delle bibite più svariate, di dimensioni più grandi o più piccole, in modo da avere a disposizione la quantità di conserva necessaria in base al numero dei commensali. Esiste anche una varfante della conserva, ormai quasi in disuso, in cui i pomodori a pezzi vengono fatti bollire per diverse ore, passati al setaccio e poi fatti bollire ancora. La salsa così ottenuta viene fatta asciugare per diversi giorni su una spianatoia e quindi modellata in panetti che vengono lasciati essiccare al sole. I panetti si ungono quindi con olio d'oliva e si avvolgono nella carta oleata. Tradizionalmente, i panetti venivano conservati in brocche o pigne di coccio che si esponevano (spandevano) sulla via principale del paese e formavano la cosiddetta "spasa".