I vini nelle marche

 

 

   
 

 

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COLLI MACERATESI

 

 

Guido Piovene, nel suo tuttora molto citato "Viaggio in Italia" dichiara che le Marche più autentiche sono quelle comprese tra lo Jesino e il Fermano: una zona che comprende tutti i bei colli maceratesi che hanno dato il nome a questo vino. Nella zona i vigneti sono notevolmente compositi; tanto è vero che esistono molti vini: alcuni di questi sono stati giudicati con accenti elogiativi da esperti. C'è chi, ad esempio, si riferisce al Grechetto di Montefano parlandone come un "impensabile Picolit delle Marche".
Il "Colli Maceratesi"non nasce da una frattura col passato; al contrario, si può dire che questo vino abbia vissuto vite precedenti e sia il risultato di un lungo ed ininterrotto processo di trasformazione e trasmigrazione.
La modifica al disciplinare con l'aumento percentuale del Maceratino va in questa direzione.
Meno conosciuto rispetto a "parenti" più noti, può dare grandi risultati non avendo alcunchè da invidiare a questi sul piano della finezza.
Il comprensorio collinare maceratese, al di sotto di 450 metri di altitudine, esclusi fondovalle e zone di pianura, ospita sulle prode più vocate, al riparo dai venti del sud e dai ritorni di gelo primaverili del quadrante Nord, gli impianti viticoli del vino "Colli Maceratesi". Rientrano nella denominazione alcuni vigneti nel territorio del comune di Loreto
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VERDICCHIO DI MATELICA

 

La componente di base è l'uva Verdicchio, alla quale possono essere aggiunti altri vitigni a bacca bianca, raccomandati o autorizzati nella zona di produzione.
Il sapore è asciutto, armonico con retrogusto gradevolmente amarognolo. Il Verdicchio di Matelica si produce in un ristretto lembo di terra che interessa le province di Macerata e Ancona. In totale otto comuni: 6 della provincia di di Macerata e 2 di quella di Ancona. Territori ricchi di storia e di tradizioni, segnalate anche dalla presenza di torri e castelli.
Il tratto di altipiano noto come "sinclinale camerte" è l'unica zona della penisola, al di fuori dei castelli di Jesi, dove il vitigno conserva le sue particolari caratteristiche. Questo verdicchio ha anch'esso una lunga tradizione e documenti d'epoca rivelano che è sempre stato molto apprezzato.
Lo sposalizio d'elezione di questo vino è con i piatti di pesce della cucina marchigiana. E' un vino che va bevuto giovane, e invecchiato per la tipologia "Riserva".
Quattro le tipologie previste: Verdicchio di Matelica, "Spumante", "Riserva", "Passito".

 

 

VERNACCIA DI SERRAPETRONA

 

 

Andando a cercare la Vernaccia di Serrapetrona sulla "Forum Flamini" incontreremo "industrie" neolitiche del silice e della ceramica (6.000 a.C.) alla " Pisciarell", a Pian delle Mura", a "Martuccia" salendo fino a "Torre Beregna". La zona interessata alla produzione di questo vino spumante D.O.C. è limitata ad una ristretta area con al centro il comune si Serrapetrona, in provincia di Macerata, che dà il nome alla Vernaccia. Rientrano nella zona di produzione anche i contermini comuni di Belforte del Chienti e di San Severino Marche. In questa area, ai tempi della "centuriazione romana", esisteva una progredita viticoltura e si producevano declamanti vini intensamente colorati. Questo spumante viene prodotto in quantità limitatata. Vino raro ma molto apprezzato: scrittori di fama, come Mario Soldati, e gastronomi illustri hanno celebrato le sue virtù.
Nella Vernaccia dolce circa 60% delle uve viene vinificato all'atto della vendemmia, mentre il restante 40% viene sottoposto ad appassimento naturale. Il mosto così ottenuto va noi unito al prodotto derivato dalle uve fresche. Nel tipo meno amabile la fermentazione viene prolungata e in tal modo vengono abbassate le percentuali zuccherine.

 

FALERIO DEI COLLI ASCOLANI

 

Nella provincia picena la coltivazione della vite risale a tempi remoti: secondo alcuni studiosi essa è anteriore alla conquista romana.
La legge Giulia nel '92 a.c. espropriò del territorio agricolo del territorio agricolo le popolazioni della valle del fiume Tenna. I veterani delle legioni di Cesare che vi si insediarono trovarono in tale area viti allevate con tecnica simile all'Etrusca.
Al centro delle vie per "Asculum" e "Firmum" era proprio situata "Faleria Augusta", opulenta città, cuore della produzione di ottime uve, tributaria all'annona di Roma per vino, grano, olio.
Del Falerio è assai importante, secondo gli enologi, l'equilibrio. Qualcuno lo definisce una via di mezzo tra Verdicchio e Bianchello, ovviamente sul piano delle qualità organolettiche.
Il disciplinare attribuisce al Trebbiano (in misura rilevante) la forza di questo vino, chiamando altri importanti vitigni (Pecorino, Passerina, Malvasia Toscana, Verdicchio, Pinot Bianco) a concorrere per una quota più modesta. La zona di produzione è compresa nel territorio collinare della provincia di Ascoli, con esclusione della fascia alto collinare, montana e dei fondo valle. Questa zona lambisce la provincia di Macerata fino a raggiungere il mare.

 

 

ROSSO PICENO SUPERIORE

 

 

ll comprensorio geografico nel quale si produce il Rosso Piceno Superiore, è alquanto ristretto: la zona è posta tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. In totale sono compresi nella zona di produzione 33 comuni. Si tratta di dolci colli che dal 1977 sono percorsi da una "strada del vino Rosso Piceno Superiore", che partendo da Offida, attraversa Acquaviva Picena e giunge sino a San Benedetto.
Il rito della tavola, da queste parti, è stato sempre coltivato con amorevole sollecitudine, come dimostra anche l'esistenza di due Accademie, quella "Picena della cucina" e quella del "Vino de la Marca". Il Rosso Piceno Superiore fa parte del disciplinare del Rosso Piceno. Va detto però che si tratta di due vini molto diversi, sia per caratteristiche che per area geografica. La conoscenza del Rosso Piceno Superiore non è pari alla sua prelibatezza. Questo vino condivide la sua notorietà con il piatto principale della zona: il fritto misto all'ascolana, un'autentica specialità in cui troneggiano le olive farcite.

 

E' considerato da molti un vino "a tutto pasto", che va bene sia con sughi di carne robusti che con carni alla brace, con bolliti e con cacciagione. La ragione c'è: nel "Superiore" larga è la presenza del Sangiovese, accompagnato da Montepulciano e da Passerina e Trebbiano. Un vino particolare: nel colore, che già invita l'occhio ad una gratificante contemplazione: un rosso rubino inconfondibile. Nel sapore, armonico, asciutto, sapido. Nella robusta gradazione, 12 gradi, e infine nell' invecchiamento (l'età ottimale va dai due ai cinque anni).

 

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