CIVITANOVA ALTA

Un viaggio attraverso i luoghi che caratterizzano la nostra regione.

 

Le città, la cultura, l'arte e la cucina del territorio.

Altitudine: 155 m. s.l.m.

Abitanti: 38.299

 
   

Testo e Fotografie: Regione Marche Assessorato al Turismo

 
 

Un tipico esempio del rapporto che lega la marina al paese alto è Civitanova Marche, sorta sulle rovine della romana Cluana e chiamata Ripa o Castello di San Marone dal nome del patrono. La città è costituita da due centri distinti: la Città Alta, antico borgo medievale, e l'abitato costiero. Cluana, fondata forse dai Piceni nel IX secolo a.C. e collocata sulla sponda sinistra del fiume Chienti (come dimostrano i reperti archeologici rinvenuti), fu distrutta in seguito alla crisi dell'Impero romano e alle invasioni dei Barbari; i sopravvissuti trovarono scampo in un villaggio sull'alto della collina, l'antico Cluentensis Vicus, che divenne così "Civitas Nova", la città nuova, ovvero Civitanova. Il vicus sopravvisse alle invasioni del 408 e del 413, a cui seguirono le guerre tra Goti, Longobardi e Bizantini, con conseguenti saccheggi e devastazioni.

 

Nei secoli seguenti si avvicendarono numerosi domini: da quello della Chiesa e dei Da Varano da Camerino ai Malatesta, dagli Sforza e i Visconti ai Cesarmi di Roma. Durante la Signoria degli Sforza, nel 1440, i Comacini realizzarono  una nuova cinta muraria a "scarpa" e le quattro torri a protezione  delle porte. Nel frattempo, per difesa dalle incursioni dei pirati e per proteggere i commerci, si eresse una fortezza terminata intorno al 1475. Da quando, nel 1551, la città fu ceduta da Giulio III al nobile romano Giuliano Cesarmi, ebbe  inizio  un periodo di  rinnovamento urbanistico: furono edificate le nuove  mura, il palazzo  residenziale e una nuova dimora per i Magnifici Priori. Nei secoli seguenti si avvicendarono numerosi domini: da quello della Chiesa e dei Da Varano da Camerino ai Malatesta, dagli Sforza e i Visconti ai Cesarmi di Roma. Durante la Signoria degli Sforza, nel 1440, i Comacini realizzarono una nuova cinta muraria a "scarpa" e le quattro torri a protezione delle porte. Nel frattempo, per difesa dalle incursioni dei pirati e per proteggere i commerci, si eresse una fortezza terminata intorno al 1475.

 

 

Da quando, nel 1551, la città fu ceduta da Giulio III al nobile romano Giuliano Cesarmi, ebbe inizio un periodo di rinnovamento urbanistico: furono edificate le nuove mura, il palazzo residenziale e una nuova dimora per i Magnifici Priori. Nei secoli seguenti i rapporti tra la comunità di Civitanova Alta e quella di Porto Civitanova peggiorarono fino ad arrivare nel 1913 alla scissione; oggi i due centri sono tornati a fondersi in un unico comune, denominato Civitanova Marche. La visita di Civitanova Alta inizia dalle mura castellane con le quattro porte (Girone, Mercato o del Ponte, Sant'Angelo o Marina, Zoppa o San Paolo), tra cui la quattrocentesca Porta Marina, caratterizzata da un cipresso nato dentro la fascia merlata. Da vedere il Palazzo della Delegazione del 1867, sede dell'Archivio Storico Comunale. Nei pressi, sul luogo dell'antica Collegiata, si trova la Chiesa di San Paolo che conserva un fonte battesimale del XV secolo e interessanti dipinti.

 

Poco distante si possono visitare la trecentesca Chiesa di Sant'Agostino dall'interno barocco ma con l'originario portale romanico, luogo animato e frequentato durante l'estate grazie ai numerosi concerti e mostre d'arte, e il bel Teatro Annibal Caro, edificato nel 1872 su progetto dell'ingegner Prosperi (il portale del 1480 apparteneva al preesistente Palazzo Cantucci) e inaugurato dal famoso ballerino e coreografo civita-novese Enrico Cecchetti. Nella centrale Piazza della Libertà si trova il Palazzo Cesarmi, di origini trecentesche ma ampiamente rimaneggiato nei secoli XVI e XIX, il cui ricco interno è decorato con affreschi di Pellegrino Tibaldi. Merita una visita anche la trecentesca Chiesa di San Francesco (sconsacrata), con un pregevole portale romanico e la torre campanaria attribuita all'artista Veneto Marino di Marco Cedrino.

 
 

Numerosi sono i palazzi gentilizi: tra i vari si segnalano Palazzo Sabatucci, Palazzo Ricci, Palazzo Centofiorini, l'abitazione del ballerino Enrico Cecchetti e la Casa Natale di Annibal Caro, poeta e traduttore deK'Eneide, sede della Pinacoteca Comunale "M. Moretti", che ospita dipinti di Carrà, Morandi, De Chirico, Guttuso e Ligabue. Interessanti la Stazione del tram (1900) in stile liberty, ricca di ceramiche policrome, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, dotato di numerosi manufatti della cultura contadina marchigiana, e il Museo Storico del Trotto, unico nel suo genere, fuori del centro abitato. Civitanova Marche, sviluppatasi intorno alla Fortezza e sui resti della romana Cluana, vanta l'imponente Palazzo Cesarmi Sforza eretto nel 1862 su una costruzione del secolo XVI, oggi sede del Comune. Seguono i Giardini Pubblici, le palazzine del Lido Cluana, in stile liberty, e la pescheria. La zona nord della città è caratterizzata dai numerosi alberi di Viale Vittorio Veneto dove si trova l'ex Casa del Ballila, interessante edificio del 1933 su progetto di Adalberto Libera, uno dei maestri del razionalismo, sede della Biblioteca Comunale e del Teatro "E. Cecchetti".

 

La Chiesa di San Marone, d'impianto romanico, ma rimaneggiata a fine Ottocento, si trova nell'omonimo quartiere, antico insediamento romano, come testimoniano i numerosi reperti che affiorano nell'area. La zona del porto, meta di numerosi diportisti, è il centro della vita cittadina per la pesca, l'industria, il commercio, l'artigianato e il turismo. Da qui, in estate, partono veloci collegamenti via catamarano con la Croazia. Da non dimenticare poi che a Civitanova Marche hanno la propria sede molti spacci aziendali delle firme più prestigiose, soprattutto nel settore calzaturiero. Sono presenti nella cittadina impianti sponivi attrezzati per le più svariate discipline, tra cui il golf, l'equitazione e la vela. Una grande attrattiva è costituita &&\Y enogastronomia con piatti come il brodetto o "lo pulente co' li furbi e l'abbiti", cioè la polenta condita con un sugo di polipi e bietole.

 

 

PAESAGGI COLLINARI "VERSO" IL MARE

 

Particolare è la storia legata all'origine dei centri balneari di Porto Recanati e Porto Potenza Picena che sorsero come attracco costiero di Recanati e Potenza Picena, importanti comuni dotati di rilevanti nuclei urbani che, trovandosi ad una certa distanza dalla costa, ebbero la necessità di procurarsi uno scalo sul litorale adriatico. Un simile processo è tipico di molte marine e testimonia il progressivo avvicinamento dell'uomo delle Marche mezzadrili alla fascia del mare. Circa 13 chilometri separano il suggestivo borgo di Recanati, dove tutto richiama alla memoria i versi di Giacomo Leopardi, dalla lunga spiaggia (8 km) di Porto Recanati, meglio conosciuta come salotto della riviera. Lo storico borgo marinaro si è sviluppato attorno al quattrocentesco Castello Svevo, fino a raggiungere le attuali significative dimensioni; efficienti insediamenti turistico ricettivi inseriti tra le verdi pinete e le pittoresche vie, un'eno-gastronomia di tutto rispetto che vanta un ottimo brodetto e una ricca offerta culturale con spettacoli e mostre d'arte, rendono la cittadina una delle mete predilette per il turismo balneare. Porto Potenza Picena è una frazione di Potenza Picena, nobile cittadina ricca di palazzi, chiese e antiche tradizioni (come i damaschi e i broccati tessuti dalle suore dell'Addolorata), da cui dista poco più di 8 chilometri. La tranquilla località balneare ospita un attivo Centro Sportivo con attrezzata marina per l'approdo di piccole imbarcazioni da diporto, ideale per gli amanti della vela e degli sport acquatici. Interessante dal punto di vista naturalistico l'oasi dei laghetti di acqua salmastra che si trovano a ridosso del tratto nord della costa. Da non perdere la nobile Villa Buonaccorsi, raffinato esempio di residenza settecentesca, dallo splendido giardino all'italiana ricco di fontane, giochi d'acqua, vialetti, nicchie e magnifiche statue.

 

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