FABRIANO Parte prima


Testi: Wikipedia - T.C.I.

www.comune.fabriano.gov.it    

 

 

Pagina seguente

 
   

Fontana Sturinalto nella piazza del Comune a Fabriano

 

Fabriano (Favrià in dialetto fabrianese) è un comune italiano di 30007 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche.
È un importante polo industriale, grazie alla produzione di carta (Cartiere Miliani Fabriano) e di elettrodomestici (le industrie della famiglia Merloni: Indesit Company, Ariston Thermo Group; e quelle che producono cappe aspiranti: Elica, Faber, ecc.).
Dal 2013 è una Città Creativa dell'UNESCO, nella categoria "Artigianato, arti e tradizioni popolari" (craft, arts and popular traditions), titolo riconosciuto soprattutto grazie alla produzione della carta a mano.
Il comune di Fabriano, con i suoi 272,08 km², è il più esteso della regione.

 
 

Il territorio cittadino è posto a 325 m s.l.m., in una vallata costellata da dolci colline e circondata da monti dell'Appennino umbro-marchigiano centrale e della dorsale marchigiana su cui svettano a nord-nord ovest: il monte Nebbiano (790 m), il monte Strega (1276 m), il monte Catria (1701 m); ad ovest troviamo: il monte Cucco (1566 m); mentre ad est: il monte San Vicino (1479 m); infine a sud-sud ovest: il monte Nero (1424 m) ed il monte Maggio (1361 m). Da quest'ultimo ha origine il torrente Giano che attraversa la città di Fabriano e si unisce poi al fiume Esino all'altezza della frazione di Borgo Tufico.

 
 

Il clima di Fabriano tende al continentale: gli inverni sono piuttosto rigidi, con minime che non di rado raggiungono valori intorno ai -10 °C. Le estati sono calde, sebbene mitigate da minime quasi sempre accettabili.
La piovosità è elevata (circa 1000 mm. annui) e i mesi più piovosi sono quelli autunnali, seguiti da quelli primaverili.
In caso di irruzioni fredde, specie se provenienti dai quadranti nord-orientali, Fabriano riceve abbondantissime nevicate: basti pensare a quelle avutesi nel gennaio 2005 e nel febbraio 2012, con la città paralizzata da circa un metro e mezzo di neve e l'esercito che dovette intervenire per riportare la normalità. D'estate si possono avere massime molto elevate, fin oltre i +40 °C, specie in caso di ondate di calore di matrice africana. II territorio di Fabriano si trova a cavallo dell'Appennino umbro-marchigiano e per la sua felice posizione favorì fin dalla Preistoria l'insediamento di comunità stabili. Sono numerose infatti le testimonianze di tale antropizzazione risalenti sin dal Paleolitico.

 

Nell'Età del ferro si diffusero ampiamente, la civiltà picena e quella umbra, autoctone, mentre nel corso del IV secolo a.C. vi si attestarono i Galli senoni, di origine celtica.
Dopo la conquista romana si svilupparono Attidium (Attiggio), già umbra, e Tuficum (Albacina), che raggiunsero la massima floridezza nel II-III secolo d.C.
Le invasioni barbariche dei secoli seguenti (V-VI) causarono il lento abbandono dei due municipi.
Fu durante i secoli V-IX d.C. che gli Attidiati, secondo la tradizione, si rifugiarono in parte a sud-est verso il futuro castello di Collamato e, per la maggior parte, nella futura valle di Fabriano dove, con l'apporto di un altro popolo proveniente da Tuficum per lo stesso motivo, dettero vita al primo nucleo della città di Fabriano e ad alcune ville (oggi chiamate frazioni). Il primo nucleo della futura Fabriano, il castello di Castelvecchio, probabilmente fondato nel 411 d.C. subito dopo le invasioni barbariche. Da qui l'appellativo "Attidium mater Fabriani". La popolazione di Tuficum, inoltre, originò vari villaggi: Castelletta, Albacina e Moscano, oggi frazioni di Fabriano.
Fabriano fece parte del Ducato di Spoleto, dal 571 fino alla sconfitta dei Longobardi ad opera di Carlo Magno nel 773, e sorsero numerosi castelli dei piccoli feudatari locali e altrettanto numerosi monasteri benedettini che acquisirono gradualmente notevole importanza spirituale ed economica, risultando determinanti per lo sviluppo e la storia del territorio fabrianese.

 

 

 

Lo stabilimento Merloni di Albacina

 

Nel 1930 Aristide Merloni inizia, ad Albacina, con una modesta fabbrica di bilance, un'attività che gradualmente si svilupperà fino a diventare un complesso industriale di fama mondiale. Il 1944, durante la seconda guerra mondiale, fu un anno tragico per la città di Fabriano. Su essa piovvero ben 55 bombardamenti causando centinaia di morti, altrettanti feriti e gravissimi danni materiali. Nella notte tra il 12 e 13 luglio 1944 i tedeschi abbandonarono la città, ma non completamente il territorio. Alle 10,30 del mattino le strade cittadine sono già attraversate, tra l'acclamazione della gente festante, da autoblinde anglo-americane. Sul balcone del Comune vennero issate le bandiere inglese, americana, russa e italiana, a significare l'avvenuta presa di possesso della città. Il 15 luglio 1944 si costituì la prima Giunta comunale con il sindaco Luigi Bennani (PSI).

 

 

Il 26 settembre 1997 due terribili scosse di terremoto (7-8 grado della scala Mercalli il primo e 8-9 grado il secondo) si abbattono sulle Marche e sull'Umbria. Segue per lunghissimi mesi uno sciame di scosse sismiche, anche forti. Gravissime le conseguenze. Per limitarci alla zona di Fabriano, oltre ai numerosi danni nei quartieri del centro storico e della periferia, si registra una vittima a causa del crollo parziale della facciata della chiesa dei Santi Biagio e Romualdo. Nel 2007 i danni sono stati quasi completamente riparati: la città ed il suo centro storico medievale sono tornati a brillare di particolare splendore.
La città è stata parzialmente interessata anche dal sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016 e nel 2017 ed ha causato danni in alcune aree della città. Grazie ai restauri che seguirono gli eventi del 1997 ed alla maggiore lontananza degli epicentri, tuttavia, gli effetti del sisma soprattutto nel centro storico sono stati più contenuti e la situazione critica del post terremoto si è mostrata, a livello generale, molto più lieve, nonostante il panico ed il caos più che motivati. La città si è infatti dimostrata pronta ad accogliere, negli anni immediatamente successivi, eventi di importanza internazionale come il XIII Annual Meeting delle Città Creative Unesco.

 

La Cattedrale di San Venanzio

 

 

 
 

Chiesa matrice di Fabriano, ampliata nella seconda metà del XIV secolo, fu ricostruita dall'architetto urbinate Muzio Oddi tra il 1607 e il 1617. A questa fase risale la decorazione interna con stucchi del ticinese Francesco Selva. Della fabbrica trecentesca la cattedrale conserva l'abside poligonale, il chiostro e la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto Nuzi (1360 circa). Altri affreschi di scuola fabrianese del XIV e XV secolo sono visibili in altri ambienti della chiesa: come i resti delle Storie della Croce del folignate Giovanni di Corraduccio (1415-1416). La cattedrale è un museo di dipinti manieristi e barocchi. Tra le opere più importanti ricordiamo le tele di Gregorio Preti, Salvator Rosa, Giovan Francesco Guerrieri, Giuseppe Puglia e altri. Il pittore caravaggesco Orazio Gentileschi è l'autore delle Storie della Passione e della Crocifissione su tela (1620 ca).

 

 

 

Complesso conventuale di San DOmenico

 

Risale ai secoli XIV-XV. La chiesa di Santa Lucia Novella, ricostruita dopo il terremoto del 1741, della fabbrica gotica (1365 circa) conserva l'architettura esterna, caratterizzata anche da un'abside poligonale, dove si scorge in rilievo lo stemma della famiglia signorile dei Chiavelli. Nelle cappelle gotiche e nella sacrestia si trova una decorazione ad affresco di Allegretto Nuzi e della sua scuola (seconda metà del XIV secolo). Nel convento di San Domenico (Museo della carta e della filigrana) si possono vedere i due chiostri quattrocenteschi e, nell'interno, l'importante decorazione della sala capitolare dipinta intorno al 1480 da Antonio da Fabriano, per la cui iconografia il pittore si è ispirato alla decorazione del convento domenicano di San Marco a Firenze realizzata da Beato Angelico.

 

 

Torna su