GROTTA DI SANTA SPERANDIA SUL MONTE ACUTO

Testo e fotografie

  LOCALITA'   MONTI DI CINGOLI

MC

Regione Marche Ass.Turismo
  TEMPO DI PERCORRENZA   15 MINUTI A PIEDI (SOLO ANDATA)

E

 
  SEGNALETICA   ASSENTE  
  GRADO DI DIFFICOLTA'   ESCURSIONISTICO  

 

COME ARRIVARE

 

 Da Falconara Marittima si imbocca la S.S. n. 76 da cui si esce superata Jesi per prendere la Statale n. 502; arrivati a Cingoli si raggiunge la Chiesa di San Lorenzo e si prosegue lungo la strada asfaltata che sale verso la sovrastante pinetina, aggira il Monte Acuto da sud e scende sul versante opposto verso le frazioni di Serralta e Colcerasa, ricongiungendosi con la provinciale che da San Severino arriva a Cingoli; superata l'area verde attrezzata, terminato l'asfalto, si sale ancora e si imbocca a destra il primo bivio.

 
Raggiunte alcune villette, dopo un breve tratto in discesa si lascia l'auto nei pressi degli evidenti ruderi di Case Bartoloni. Si prosegue lungo la sterrata che percorre la cresta verso i  ruderi della Roccaccia  (5 minuti); in  corrispondenza  di una croce parte a sinistra una ripida sterrata, a tratti gradinata con traversine ferroviarie, che dal bosco porta alla sommità della rupe sulla cui parete a valle si apre lo speco con l'eremo; una ripida sca- linata conduce in breve alla grotta (10 minuti).

DESCRIZIONE

 
 

II versante nord del Monte Acuto su cui si apre la Grotta di Santa Sperandia è di una selvaggia bellezza, con scoscese balconate calcaree e valli coperte da fitti boschi. Nella vallata numerosi sono gli anfratti e le grotte, utili ripari per pastori, boscaioli ed eremiti; tra questi è anche il Romitorio di Sant'Angelo, sito di fronte alla Grotta di Santa Sperandia, sulla sommità dell'omonimo monte. L'aspetto attuale dell'eremo risente purtroppo degli interventi di ristrutturazione avvenuti negli anni Settanta e che interessano sia l'antica mulattiera trasformata in un'inopportuna scalinata di travertino, sia l'antica chiesuola ipogea, oggi divenuta un'edicola con bianchi intonaci bucciati. L'edificio chiude parzialmente l'imbocco della grotta, profonda 8-10 m e alta tra i 3 e i 5 m, che si affaccia sul vuoto strapiombante della sottostante gola del rio Laque circondato dai fitti boschi di leccio e carpino. Localmente il sito è noto con i nomi di Sasso Roseto, forse per il colore ocraceo dei calcari e di Sasso di Citona, probabilmente dal nome di una vicina fonte detta Acitona o Acitosa, apparsa miracolosamente, secondo la tradizione, per servire ai bisogni della santa eremita.

PER SAPERNE DI PIU'

 
 

Sperandia nacque a Gubbio intorno al 1216 e morì a Cingoli nel 1276 nel monastero delle monache benedettine di Sant'Angelo, dove si ritirò dopo i lunghi anni di permanenza nella grotta sul Monte Acuto. La sua vocazione, fortemente avversata dalla famiglia, si manifestò a nove anni; vestita di una pelle di porco e con una cinta di ferro, peregrinò per TAppennino umbro-marchigiano alla ricerca di una vita ascetica densa di mortificazioni. Molto abile come pacificatrice, è però particolarmente venerata per le sue capacità taumaturgiche.

 

    

 

LA LEGGENDA DI SANTA SPERANDIA
Una statua moderna che la rappresenta con le ciliegie in mano ricorda un episodio della sua vita: in una fredda e nevosa giornata di gennaio la santa chiese ad alcuni muratori intenti ai lavori nel convento di Sant'Angelo cosa desiderassero mangiare e la risposta scherzosa fu: "ciliegie fresche". Ritiratasi in preghiera Sperandia ricomparve poco dopo con un bel cesto pieno, sembra recapitato da un angelo.

 

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