PESARO Parte Terza


Testo e immagini: Wikipedia

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VILLINO RUGGERI
 

 

L'edificio, ubicato al civico n. 1 di piazzale della Libertà a Pesaro, è stato sottoposto a vincolo per edifici di interesse monumentale nel 1962.
La caratteristica principale del villino è la ricchissima presenza nei quattro paramenti esterni di decorazioni ispirate al mondo marino ed al mondo vegetale. La posizione davanti al mare lo valorizza al punto che tanti visitatori si fermano per ammirarlo.
In origine il villino era tutto colorato, quindi non verde e bianco com'è oggi, con scintillanti portoni in bronzo raffiguranti a bassorilievo i familiari del proprietario.
L'esecuzione del piccolo edificio fu affidata all'architetto urbinate Giuseppe Brega, il quale ne disegnò appositamente arredi, decorazioni e paramenti esterni.
Tutto nel villino doveva ricondurre a quel tipico gusto, tanto in voga nell'Europa del tempo, che aveva fatto del Gesamtkunstwerk il suo baluardo.
Alcune ville, residenze estive, realizzate nello stesso periodo, in stile Art Nouveau, con particolari moreschi, si trovano nel Salento, ma non hanno la raffinatezza della casa di Oreste Ruggeri.
Recentemente Laura-Ingrid Paolucci ha pubblicato un libro che ne racconta approfonditamente tutta la storia dalla costruzione ad oggi, ma soprattutto contenente le foto degli interni, sconosciuti ai più essendo il villino chiuso al pubblico.

 
LA GRANDE SFERA DI ARNALDO POMODORO
 

Tra le tante cose da vedere a Pesaro c’è senza dubbio la Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro, si tratta di un’imponente opera di arte contemporanea, una sfera adagiata sulla superficie dell’acqua di una fontana da cui guarda al mare.
La scultura è una fusione in bronzo realizzata nel 1998 dallo scultore Arnaldo Pomodoro sul modello in poliestere arrivato a Pesaro nel 1971, ma realizzato nel 1967 in occasione dell’Expo di Montreal. L’opera originale si trova oggi davanti all’ingresso principale della Farnesina, sede del Ministero degli Esteri a Roma.Nel corso degli anni, i pesaresi si sono progressivamente affezionati sempre di più a questa scultura collocata in Piazza della Libertà, tanto che hanno iniziato a chiamarla semplicemente “la palla di Pomodoro”. Oggi la Sfera Grande è un punto di riferimento usato spesso per incontrarsi e poi andare al mare, è anche un comodo riferimento per chi si trova a dare indicazioni stradali ai visitatori della città, senza dubbio un elemento che si fa notare, facile da individuare e riconoscere.

 

 
COLLE SAN BARTOLO
 

 

Il parco naturale regionale del Monte San Bartolo è un'area naturale protetta della regione Marche, istituita nel 1994, situata a ridosso della costa adriatica nella provincia di Pesaro e Urbino, toccando ed "entrando" a nord nel comune di Gabicce Mare e a sud nel comune Pesaro. Il 5 agosto 2017 è stato interessato da un grave incendio che ha distrutto 142 ettari di terreno compresi tra Fiorenzuola di Focara e Casteldimezzo.
Ciò che rende importante questo parco è la particolarità del suo territorio, dal momento che su tutta la costa adriatica occidentale sono molto rare falesie e grotte quali questo piccolo promontorio possiede. Anche Dante Alighieri ne fece menzione nella Divina Commedia per il suo promontorio ventoso e pericoloso per i naviganti.

 
  « E fa sapere a' duo miglior di Fano,
A Messer Guido et anche ad Agnolello
Che, se l'antiveder qui non è vano
Gittati saran fuor di lor vasello,
E mazzerati presso alla Cattolica,
Per tradimento d'un tiranno fello.

Tra l'isola di Cipri e di Maiolica
non vide mai sì gran fallo Nettuno,
non da pirate, non da gente argolica.
Quel traditor che vede pur con l'uno,
e tien la terra che tale qui meco
vorrebbe di vedere esser digiuno,
farà venirli a parlamento seco;
poi farà sì, ch'al vento di Focara
non sarà lor mestier voto né preco. »
 

  Inferno XXVIII, 76-90  

 

 

Queste colline emergono tra le basse sabbiose coste della Romagna e delle Marche ed hanno una strettissima spiaggia formata per lo più da depositi di ghiaia franata dalle pareti sovrastanti.
Molto particolare è un tipo di ciottoli detti cogoli che un tempo venivano raccolti per essere poi utilizzati come materiale da costruzione nei centri abitati dei dintorni. Quest'attività non è più permessa poiché molto probabilmente ha favorito l'accelerarsi dei fenomeni erosivi. Le ripide falesie qui presenti sono un bellissimo esempio di una formazione stratigrafica del periodo del messiniano.

 

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