ANCONA Parte Prima


Testi: Wikipedia - T.C.I.

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Ancona è una città di 102.477 abitanti dell'Italia centrale, posta sul Mare Adriatico. È uno dei principali porti d'Italia ed è capoluogo della regione Marche e dell'omonima provincia. Città d'arte con un centro storico ricco di monumenti e con una storia millenaria, è, assieme a Pesaro, il principale fulcro economico della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione. Considerando anche i comuni confinanti, con alcuni dei quali, come nel caso di Falconara Marittima, c'è continuità d'insediamento, l'area metropolitana di Ancona supera i 200.000 abitanti. Protesa verso il mare, la città sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il più ampio porto naturale dell'Adriatico centrale. I Greci di Siracusa, che fondarono la città nel 387 a.C., notarono la forma di questo promontorio e per questo motivo chiamarono la nuova città Αγκών, "ankon", che in greco significa gomito.

L'origine greca di Ancona è ricordata dall'epiteto con la quale è conosciuta: la "città dorica". Ancona è caratterizzata anche dalla posizione a picco sul mare, dai parchi semi-urbani ben conservati e dai pittoreschi dintorni della costa alta del Conero. I rioni storici, arrampicati su varie colline, si affacciano sull'arco del porto come intorno al palcoscenico di un teatro. Dal suo porto partono ogni anno circa un milione di viaggiatori diretti soprattutto in Grecia e Croazia, ma anche in Albania, Turchia e Montenegro; è infatti il primo porto adriatico per numero di imbarchi, e uno dei primi per le merci.

 

Storia di Ancona

Storia dei trasporti della città di Ancona - dal tram a cavalli al filobus

 
         
VIA MARCONI
 

Costituisce il prolungamento della litoranea, che dalla Stazione ferroviaria costeggia il Lazzaretto e, divenuta via XXIX Settembre, giunge sino a piazza della Repubblica; venne aperta come strada Pia per volere di Pio VI per rendere più agevole l'accesso in città, per secoli obbligato alla salita/discesa del colle Astagno.

 
MOLE VANVITELLIANA, LAZZARETTO
 

Concepito come moderna struttura polifunzionale - sia militare sia sanitaria come luogo di quarantena - a supporto delle attività del porto franco, venne brillantemente realizzato da Luigi Vanvitelli (1733-43). La forma pentagonale racchiude un cortile interno imperniato sul dorico tempietto di S. Rocco, sul quale affacciavano i vasti magazzini per le merci e le superiori residenze per i mercanti. Un tempo completamente isolato, ospita prestigiose manifestazioni culturali.

 

E' il fulcro baricentrico fra gli anticlinali dei colli Astagno (vi si erge la Cittadella) e Guasco (vi svetta S. Ciriaco), e, posta in corrispondenza dell'accesso portuale, offre uno squarcio a mare sullo scalo Vittorio Emanuelee, già portella della Beccheria, che ricorda lo sbarco del re, il 3 ottobre 1860, pochi giorni dopo la resa della città. Il palazzo della Banca d'Italia fu ricostruito nel secondo dopoguerra in parte da Marcello Piacentini (1951-53); l'opposto palazzo della RAI è opera di Gaetano Minnucci (1948-56), che lo eresse sui resti del settecentesco palazzo Trionfi.

 

 

Porta Pia

Realizzata in pietra d'Istria nel 1787-89 da Filippo Marchionni in forme magniloquenti, costituiva il nuovo accesso urbano a conclusione della strada Pia ed era collegata alle mura che scendevano dalla soprastante Cittadella (vedi pag. 38). Il prospetto interno, in blocchi di tufo, venne disegnato in stile più sobrio da Scipione Daretti.

 

Teatro delle Muse

Domina con l'imponente facciata neoclassica la piazza questo edificio, eretto nel 1822-25 su disegno di Pietro Ghinelli (era il più ampio della regione) e inaugurato con l'«Aureliano in Palmira» di Gioacchino Rossini il 28 aprile 1827; inattivo da oltre mezzo secolo per i danni bellici, attende il suo prossimo ripristino, con un progetto rispettoso dell'esterno: nell'austero impianto palladiano forma contrasto l'ordine gigante delle sei colonne ioniche in pietra d'Istria e il frontone, ingentilito dal bassorilievo con Apollo e le nove Muse di Giacomo De Maria.

 

 

 

Chiesa del S.S. Sacramento

Edificata nel 1539 (portale), fu restaurata una prima volta nel xvn secolo; un secondo intervento di ristrutturazione e ampliamento fu condotto nel 1771-76 da Francesco Maria Ciaraffoni: fu aggiunto il campanile tortile d'ispirazione borrominiana e, all'interno, la pianta divenne a croce latina con profondo coro. Degne di nota sono: le sfarne degli apostoli nelle nicchie lungo la navata, opera di Gioacchino Varie; nei pennacchi della cupola quattro evangelisti dipinti da Francesco Rodesti (1880); la Predicazione del Battista di Filippo Bellini. (1° altare sinistro).

 

     

Via della Loggia

E' un tratto della ' via Pubblica - uno degli assi più ricchi di storia del centro urbano, in quanto lungo essa si allineò la città medievale e rinascimentale - che correva parallela alla costa all'interno della cinta muraria. Fu ampliata nel primo tratto con la costruzione del teatro delle Muse e, divenuta lungomare Vanvitelli, innervò il rione Porto raggiungendo gli archi di Traiano e Clementino, e finendo presso la punta del Molo nord.

Palazzo Benincasa

Voluto dal ricco armatore e commerciante Dionisio Benincasa per unificare le sue proprietà lato mare, è oggi il più vasto edificio civile privato nella città storica. Il committente si rivolse a Giorgio da Sebenico, probabilmente conosciuto durante i suoi viaggi a Venezia dove il dalmata lavorava al Palazzo Ducale; suo certamente è lo stemma dentellato sulla facciata con l'arme della famiglia. Il palazzo, inizialmente a tre piani fuori terra, con fondachi ogivali (ancora visibili) e finestre bifore ai due superiori (le attuali sono rifacimenti in stile del 1926), venne sopraelevato a fine XVIII secolo, quando i nuovi soffitti furono affrescati da Giuseppe Pallavicini con rare vedute di Ancona.

 

     
  Loggia dei Mercanti

E' il più insigne monumento civile della città e simbolo stesso della sua antica vitalità mercantile. Deliberati già nel 1392 dal consiglio degli Anziani i lavori per una loggia coperta dove esporre le merci e contrattarne le vendite, questa era stata poi condotta sino alla copertura dal 1443; la facciata, rimasta grezza, venne ridisegnata in pietra da Giorgio da Sebenico (1451-59) per l'ingente compenso di 900 ducati. All'interno del programma iconografico-scultoreo 'laico' concordato dall'artista per la facciata si distinguono le virtù del buon mercante cristiano: la Speranza, la Fortezze, Giustizia e la Carità, come anche il simbolo urbico del cavaliere rampante al centro della campata mediana. Dopo un incendio, Pellegrino Tibaldi ridisegnò l'ordine basamentale coi tipici mascheroni manieristi (1556), impostando anche il nuovo prospetto della portella a mare e l'interno in ordine dorico, che affrescò di sua mano (i bombardamenti del 1944 hanno distrutto gran parte del soffitto e delle relative dipinture) aggiungendovi l'ardita statuaria sospesa (1561), poi integrata da Gioacchino Varie. La portella della Loggia per lo scarico delle merci è visibile da! lato del porto.

Palazzo Benincasa

 

 

         
     
 

Lo Stemma del Palazzo Benincasa

 

Loggia dei Mercanti

 
 
VIA CIALDINI
 

E' la principale delle tre strade che, a spina dorsale, salgono le ripide pendici del colle Astagno (da «ad stagnum», verso la palude, ma è detto anche Capodimonte); sino a fine xviii secolo unico faticosissimo accesso alla città dalla costa e da Roma, è fiancheggiata da numerosi palazzi cinque-settecenteschi, ristrutturati completamente negli interni dopo il terremoto del 1972, e nella parte bassa attraversa l'area delle Terme romane e del Ghetto ebraico.

 

Subito all'inizio è l'ex chiesa di S. Agostino, eretta dagli Agostinianì nel 133841 col titolo di S. Maria del Popolo nel punto di principale confluenza dei viaggiatori e dei pellegrini da Roma e dalla costa, e allungata da Luigi Vanvitelli nel 1751-64. Lo splendido portale superstite - opera di Giorgio da Sebenico (1460-75) - venne completato in parte ria Michele di Giovanni (1494). Nei baldacchini dei pilieri, le statue raffigurano: in basso da sinistra a destra, 5. Monica e S. Nicola da Talentino; in alto da sinistra a destra, S.Simpliciano e il beato Agostino Trionfi. La grande lunetta centrale festonata - capolavoro scultoreo dell'artista dàlmata e del gotico fiorito adriatico - raffigura in plastico ed emotivo gesto 5. Agostino che mostra le Sacre Scritture agli eretici.

 

L'interno è vuoto, dopo che la demanializzazione del 1861 la convertì a caserma. Attiguo si apre il superstite chiostro del Convento, quadrato su colonnine tuscaniche. Avanti, su uno slargo prospetta la semplice facciata, dal portalino romanico, della chiesa di S. Giovanni Battista, di origine duecentesca; l'interno absidato, ristrutturato da Lorenzo Daretti (1782), mostra due belle tele: Cristo con S. Carlo Borromeo e S. Ubaldo di Andrea Lilli e un Ecce Homo di Federico Zuccari, Sulla sommità del colle, la Rocca venne edificata per volere di Clemente VII ne! 1532-38, su progetto e direzione di Antonio da Sangallo il Giovane; il geniale progetto consisteva in un corpo poligonale irregolare che proiettava a raggiera sette baluardi di differente forma, dimensione e quota. Durante tutto il XVI secolo fu ampliata mediante l'aggiunta del vasto Campo trincerato, che la circuito per quattro volte il suo perimetro venendo a costituire così il complesso della cosiddetta Cittadella. Dismesse le funzioni militari, ospiterà gli uffici della Regione Marche.

 

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