ANCONA Parte Seconda


Testi: Wikipedia - T.C.I.

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PALAZZO CRESCI ANTIQUI
 

Fronteggiano la loggia i suoi fornici ogivali in cotto decorato del XV secolo. L'androne d'accesso, il cortile e l'elegante scalone monumentale denunciano la ristrutturazione operata sull'edificio quattrocentesco a fine 700; rimangono tracce di scultura veneziano-dalmata nei portali su via della Catena e su via Sonda (datato 1454), dove allora si apriva, con tre fornici ogivali, il cortile interno.

 

Santa Maria Della Piazza

Sorta su una basilica paleocristiana dei IV-VI secolo che a sua volta era stata edificata forse su mura e torri traianee, l'attuale chiesa romanica, già S. Maria del Canneto o del Mercato, risale probabilmente al XII secolo, annoverando già nel 1223 l'allungamento delle navate e dell'abside centrale con la creazione del transetto inscritto, e più tardi la sopraelevazione della navata centrale su pilastri ottagoni. La facciata romanica è fra le più interessanti della regione: si sovrappone tripartita al portale strombato di gusto pugliese, su quattro eleganti ordini di arcatelle in pietra decorata con inserti di recupero (figura di orante bizantineggiante); il tutto è opera firmata da Filippo nel 1210. Il coronamento a capanna appare mozzato e, come la parte superiore del campanile, è frutto evidente dei rifacimenti post-terremoto 1691. All'interno, lastre di cristallo nel pavimento permettono di osservare i resti (strutture, affreschi e mosaici) del luogo di culto paleocristiano.

 

 

 

Lungomare Vanvitelli, Mole Vanvitelliana, Lazzaretto

Sul fronte delle mura a mare - e sulle vie Saffi, del Porto e Sottomare - furono aperte dal XIII secolo numerose portelle e case-torri passanti su arcate ogivali spesso con moiette privato per lo scarico delle merci direttamente nei fondachi privati; l'unico moto pubblico con portella era quello del Comune o della Dogana, opposto a S. Maria della Piazza e di cui sono visibili resti lungo il tratto superstite di via Sottomare. Proseguendo verso il Molo nord s'incontrano sulla sinistra ruderi della portella Palunci, recintata nella Capitanerìa di Porto, l'arco Russi, la cosiddetta casa del Capitano del Porto con doppio fornice ogivale al pari della più settentrionale portello dì Pier Greco, e infine l'arco Capoleoni. Fronteggiano le vecchie mura, a metà del lungomare, i resti di due importanti edifici bombardati nel 1944: il cinque-seicentesco palazzo Mancinforte, reinglobato coi suoi reperti decorativi nell'hotel Palace, e il palazzo Leonardi, su probabile disegno di Carlo Marchionni.

 

Arco di Traiano

 

L'Arco di Traiano, massimo monumento romano della regione, venne edificato nel 100-115 in onore di Traiano che aveva a sue spese ricostruito il porto. Di slanciate proporzioni corinzie, dovute alla ristrettezza del molo sottostante, è forse opera di Apollodoro di Damasco e si leva per quasi 14 m in blocchi di marmo irnezio; aveva a coronamento tre statue in bronzo - raffiguranti il princeps, la moglie e la sorella - trafugate dai saraceni assieme ai rostri e alle lettere bronzee nel IX secolo. L'attuale arbitraria scalea risale al 1852.

Concepito da Luigi Vanvitelli come simbolica porta d'ingresso alla città dal Molo nord che andava edificando per Clemente XII, l'Arco Clementino venne realizzato (1738) in pietra d'Istria con delicate e chiaroscurali modanature di ordine dorico.

 

Arco Clementino

 

Inizialmente venne prevista la collocazione della statua del papa sull'attico, ma, più accortamente, si pensò poi di sistemarla nell'attuale piazza del Plebiscito.

 

 

Cattedrale di San Ciriaco

Siamo oramai sulla scenografica acropoli della città dorica, dove si apre lo sguardo sul mare antico e su uno dei maggiori monumenti del romanico italiano, simbolo della mediazione artistica adriatica con l'Oriente. Sorta sulle fondazioni del tempio di Venere Euplea (IX secolo a.C.) e coincidente con il successivo (VI secolo) luogo di culto paleocristiano dedicato a S. Lorenzo, circa agli inizi dell'XI la chiesa divenne sede della terza cattedra vescovile di Ancona; accolte le reliquie del patrono Giuda Ciriaco e di S. Marcellino, che si erano aggiunte a quelle di S. Liberio, venne rialzato il presbiterio per sottoponi la nuova cripta dei martiri. Per ragioni di spazio, tra fine XII e inizi XIII secolo si scelse di aggiungere il corpo traverso, a formare una croce col basilicale primitivo ed entrambi coperti con veneziane carene lignee, e di aprire un ingresso a sud-ovest.

 

La nuova geniale composizione planimetrica rese la chiesa a croce greca con transetti absidati e sopraelevati, e la rivolse al porto e alla nuova strada di accesso alla città. Il largo protiro strombato, in marmo di Verona su leoni stilofori, arricchì nel XIII secolo il portale, adorno di fasci di colonne reggenti archi ogivali nel cui giro sono busti di santi e animali. La cupola ogivale costolonata, su tamburo dodecagono e pennacchi sorretti da figure bizantineggianti di angeli oranti, poggia su pilastri cruciformi polistili e venne completata nel '500. Il campanile distaccato fu elevato sulla base di una torre militare tardoduecentesca. All'interno si segnalano: nel braccio destro la cappella del Crocifìsso, dove le transenne sono composte da formelle di plutei di fine XII secolo; sulla parete sinistra del presbiterio il sepolcro del beato Gìnelli di Giovanni Dalmata (1506); nel braccio sinistro la coppella della Madonna, con fastoso altare di Luigi Vanvitelli (1739).

 
MUSEO DIOCESANO
 

Molti dei tesori della Cattedrale sono oggi conservati, nell'ex. Episcopio (xv secolo), in questa istituzione (visite: guidate sabato e domenica pomeriggio), promossa sin dal 1834. Si segnalano il quattrocentesco reliquiario diS. Stefano, il telo diS. Cirìaco (x secolo), il sarcofago di Flavio Gorgonio (iv secolo), arazzi rubensiani del '600; si accompagnano loro una Pinacoteca (le opere spaziano dal xiv al xix secolo), un ricco lapidario, oltre a numerose preziose pergamene, medaglie e paramenti sacri.

 
ANFITEATRO ROMANO
 

Adagiato nella sella fra i colli Guasco e dei Cappuccini, fu eretto in età augustea in forma ellittica e ripreso in epoca traianea, poteva accogliere circa 8000 spettatori. Abbandonato nel iv secolo (fu allora utilizzato per sepolture e poi come sostruzione per edifici), venne riscoperto nel 1810 e scavato nel secondo dopo-guerra; al momento (1997) è in attesa di essere inserito in un più ampio progetto di parco archeologico che racchiuda le rupi a nord-est della città.

 
PALAZZO DEL SENATO
 

Già detto dei Pilestri, fu edificato nell'area del Foro romano prima del 1225 e adibito a sede del Consiglio senatorio. Già a quattro ordini fuori terra (fu poi sopraelevato di un piano, ricomposto nei restauri post-bel-lici) e mancante di parte dell'ala sud, è uno dei migliori esempi di edilizia civile romanica della regione per la sobria eleganza del prospetto (è l'unico reperto rimasto). Ospita oggi la Soprintendenza ai Beni architettonici e ambientali delle Marche.

 

Palazzo degli Anziani

Sede storica delle magistrature civiche, vanta origini leggendarie (si ventila il nome di Galla Placidia) e, demolito dai saraceni (839), fu ricostruito secondo Giorgio Vasari da Margaritone d'Arezzo (1270) in stile romanico-gotico; di tale intervento sono visibili significativi reperti sia sul fronte mare (alti arconi ogivali e finestre ad archetti incrociati) sia verso piazza Stracca (doppio ordine di logge ogivali in pietra e pannelli scultorei con storie bìbliche), che si apre davanti all'edificio. Danneggiato da un incendio nel 1348, nel 1563 ne venne interrata parte della facciata est per pareggiare la piazza; quella emergente venne ristrutturata nel 1564-71 su disegno tibaldesco con finestre a timpano spezzato. Gigli dei Pamphilj ricordano la ristrutturazione interna del 1647, con lo scalone e la sopraelevazione centrale del tetto per ricavare il salone d'Onore, oggi Aula magna della Facoltà di Economia e Commercio.

 
 

 

Chiesa dei S.S. Pellegrino e Teresa

In aderenza con palazzo Ferretti (vedi sotto; i nobili che in esso risiedevano potevano seguire privatamente le funzioni), venne iniziata per i Carmelitani Scalzi nel 1706 e terminata nel 1738 su disegno barocco; a pianta circolare su massiccio tamburo cupolato, ospita, nella cantoria sopra l'ingresso, una S. Teresa in estasi di Francesco Solimena, e, sull'altare maggiore absidato, un Crocifisso ligneo (fine XII secolo).

 

Palazzo Ferretti

Una delle migliori fabbriche civili del manierismo, fu eretto da Pellegrino Tibaldi (circa 1560-66) per il conte Angelo Ferretti, per il quale affrescò anche il fregio del piano nobile con scene mitologiche e della storia di Roma; nella sala del Caminetto sono affreschi degli Zuccari. Ristrutturato dal 1759 con la sopraelevazione di un piano e l'apertura dei giardino pensile, venne acquisito dallo Stato nel dopoguerra e ospita dal 1958 il Museo archeologico nazionale delle Marche. Riaperto nel 1988 dopo lunghi restauri post-terremoto, è ricco di materiali provenienti da scavi e ritrovamenti nelle Marche, che aiutano a ricostruire la storia della regione dalla preistoria all'alto medioevo. Nell'allestimento a oggi completato risultano significativi i reperti di corredi funerari della prima e seconda età del Ferro, della civiltà picena e gallosenonica, che annoverano vasi attici figurati, capolavori della bronzistica etrusca, argenti e avari orientalizzanti, monili celtici. Un'apposita teca climatizzata al piano terra è riservata ai bronzi di Cartoceto.

 

 

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