ANCONA Parte Terza


Testi: Wikipedia - T.C.I.

www.comune.ancona.gov.it    

 

 

Pagina precedente

 
VIA PIZZECOLLI
 

Già detta un tempo del Comune, costituisce, con il suo prolungamento (via Gramsci), il principale asse monumentale della città, in quanto dall'area del Foro romano correva sino a piazza della Repubblica. Formata dal 1888 sul lascito artistico del pittore, trovò la prima sede pubblica nell'ex convento di S. Domenico, poi in quello di S. Francesco delle Scale (1919-58) e nel palazzo degli Anziani (1958-73), per confluire infine in questo palazzo. La raccolta (visite: martedì-sabato 10-19; domenica e lunedì 9-13), pur ricca di ottimi autori, non riflette con continuità la complessità della vicenda artistica anconitana.

 

Si segnalano, fra le altre, le opere di Carlo da Camerino (Dormitio Virginis e Circoncisione), Arcangelo di Cola (Madonna dell'Umiltà), Neri di Bicci (edicola con Madonna col Bambino), Carlo Crivelli (Madonna col Bambino), Sebastiano del Piombo (ritratto di Francesco Arsilli), Lorenzo Lotto (Sacra conversazione), Tiziano (Apparizione della Vergine), Pomarancio (Adorazione dei Magi), Antonio Tempesta. Andrea Lillio (Estasi di S- Giovanni Battista, S. Francesco, S. Bernardino da Siena e S. Paolo, angeli musicanti, storie di S. Nicola, Crocifissione con S. Giovanni Battista e S. Nicola da Tolentino), Angelo Caroselli (Negromante'), Giovanni Francesco Guerrieri (Madonna col Bambino dormiente e S. Anna), Guercino (Immacolata Concezione e S. Palazia), Ciro Ferri (Sposalizio di S. Caterina), Grazio Gentileschi (Circoncisione), Carlo Maratta (Madonna con S. Ambrogio, S. Francesco di Sales e S. Nicola), Francesco Podesti (Deposizione, bozzetto per il dogma dell'Immacolata Concezione, Eteocle e Polinice')', reperti scultorei sono attribuiti a Margaritone d'Arezzo.

 

 

Pinacoteca Comunale "Francesco Podesti"

 

 

L'annessa Galleria d'Arte moderna è nata nel 1967 sul nucleo delle prime acquisizioni del Premio Marche e annovera oggi circa 300 opere di autori locali e italiani, riunite con il criterio della rappresentatività del secolo; spiccano Adolfo De Carolis, Anselmo Bucci, Luigi Bartolini, Massimo Campigli, Virgilio Guidi, Ivo Pannaggi, Carlo Levi, Aligi Sassu, Ennio Merlotti, Orfeo Tamburi, Corrado Cagli, Pietro Annigoni, Bruno Cassinari, Emilio Tadini, Piero Dorazio, Gio Pomodoro, Getulio Alviani, Arnaldo Pomodoro, Valeriano Trubbiani. Già insediati qui nello scorcio del XIII secolo, i Francescani vi fondarono nel 1323 la chiesa e il convento di S. Maria Maggiore, raggiungendo nel '400 un'importanza tale che la zona prese il nome di isola di S. Francesco. Nel 1455-59, reintitolata a S. Francesco, venne commissionato a Giorgio da Sebenico il nuovo magnifico portale scultoreo a baldacchino, realizzato in stile gotico fiorito sul modello della veneziana porta della Carta e penalizzato dalla completa ristrutturazione del complesso che Francesco Maria Ciaraffoni condusse nel 1777-90.

 
SAN FRANCESCO DELLE SCALE
 

Agli espropri e agli usi come caserma e ospedale - inaugurati dai napoleonici (1798) e proseguiti dai piemontesi (1861) -si unirono i bombardamenti del 1943-44, dopo i quali la chiesa venne restaurata, ripristinata e riaperta al culto nel 1953. All'interno si segnalano una Gloria in gesso di Gioacchino Varie (altare maggiore), l'Assunto di Lorenzo Lotto (abside), il Battesimo di Cristo di Pellegrino Tibaldi (1° altare destro), la Madonna di Loreto di Andrea Lilli (1° sinistro).

 
 

Piazza del Plebiscito

E' popolarmente nota come piazza del Papa per la presenza della statua di papa Clemente XII, e della città costituisce per forma e orografia lo spazio urbano più significativo. Venne definita nel XV secolo come risultato dell'ampliamento che inglobò l'edificato extramurario del colle Astagno e portò alla costruzione del nuovo palazzo del Governo, ma venne sistemata definitivamente agii inizi del xix secolo. La fontana di Pio VII, emicicla, è opera di Pietro Zara (1818); quella dei Decapitati è coeva, ma utilizza un fregio cinquecentesco che la tradizione vuole raffiguri le teste dei giovani nobili trucidati nel 1534 durante la presa di Ancona. La statua di Clemente XII venne scolpita in pietra d'Istria da Agostino Cornacchini (1737) per la basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma e poi immaginata sull'arco dementino; la scalinata venne però aggiunta nel 1818.

   

Tela di Tiziano

San Domenico

Sorse, sul sedime di un'omonima chiesa del XIII secolo, nel 1761-83 su disegno di Carlo Marchionni rimasto incompleto dell'ordine superiore. Ad aula unica absidata con otto profonde cappelle laterali, la abbelliscono nove statue e dieci medaglioni in stucco con Santi domenicani di Gioacchino Varie, ma soprattutto due importanti capolavori pittorici: la Crocifissione di Tiziano (1588; altare maggiore) e Y Annunciazione * del Guercino (1656; 1° altare sinistro). L'annesso, ampio convento - oggi adibito a caserma della Guardia di Finanza - fu sede del Tribunale dell'Inquisizione nel xvI secolo.

 

     

 

Chiesa del Gesù

Scenograficamente affacciata al mare con un alto pronao tuscanico, asseconda l'intento organicamente urbanistico di Luigi Vanvitelli, che la progettò per i Gesuiti, assieme all'attiguo convento, prima del 1738 sui fondamenti di un precedente (1605) luogo di culto. Terminata nel 1743, con luminosa pianta vignolesca a croce latina dai transetti poco pronunciati e quattro cappelle passanti, costituisce il piccolo capolavoro giovanile dell'architetto, pittoricamente sentito nel contrasto fra laterizio e pietra d'Istria. Sebbene sconsacrata, conserva un S. Francesco Saverio di Sebastiano Conca.

 

 

     

 

 

Palazzo Bosdari Spicca, sul lato mare, la residenza di questa famiglia di origine dalmata, che la acquisì a metà XVII secolo e la ristrutturò con finestre e portale d'ingresso riecheggianti lo stile di Pellegrino Tibaldi; nel cortile interno, cui si accede per un articolato androne, ritornano i gigli Pamphilj. Acquistato dal Comune nel 1963, è dal 1973 sede della Pinacoteca comunale «Francesco Rodesti», cui è annessa la Galleria comunale d'Arte moderna.

Palazzo del Governo Costituisce lo snodo urbano della città rinascimentale e il simbolo politico-amministrativo del riequilibrio baricentrico fra i due colli della città in quanto dopo l'incendio del palazzo degli Anziani (1348) qui venne trasferita la sede del potere civico. 

 

Palazzo Bosdari

     

Palazzo del Governo

 

Sorto in forme semplici prima del 1381, venne ampliato nel 1418-50 circa inglobando una torre medievale; dal 1484 fu ridisegnato da Francesco di Giorgio Martini in forme rinascimentali (finestre e marcapìani) e venne aperto a nord il doppio portale classico; all'interno, Michele di Giovanni col figlio Alvise di Michele realizzarono la corte porticata (1493-94), e si rinnovarono i saloni, con un intervento, perduto, di Melozzo da Forlì.Acquisito al papato dopo il 1532, divenne sino al 1860 sede dei governatori apostolici, mentre oggi è sede della Prefettura. La Torre civica (XIV secolo), a fianco del palazzo, mantenne l'originaria configurazione medievale sino al 1581, quando venne riedificata; nel 1611 venne realizzato l'orologio, restaurato nel 1808, nel 1612 fu aggiunto il balcone col portale manierista.

 
L'EX OSPEDALE DI S. TOMMASO DI CANTERBURY
 

Risalente al 1394 (per erigerlo si riutilizzarono colonne e capitelli tardo-romani e del XII secolo), accolse una cappella con oratorio dedicata all'Incoronata in ricordo di un miracolo avvenutovi nel 1470. Nel 1817 sul lato sud venne aggiunta un'ampia Pescheria pubblica, progettata da Pietro Zara e in parte sotterranea. Entrambe le strutture verranno adibite a Museo della Città.

 
CORSO MAZZINI
 

Il sinuoso «Corso vecchio», unico asse di scorrimento verso est sino all'apertura dei paralleli corsi Garibaldi (1867) e Stamira (1931), ricalca l'antica via del Càlamo, che derivava il toponimo dalla presenza di canneti paludosi («calamus») legati alla valle della Pennocchiara. A sinistra si individua la chiesa di S. Biagio, eretta nel 1745-48 in forme tardobarocche dalla comunità dalmata di Ancona; conserva una Madonna col Bambino e santi, raro dipinto di Francesco Maria Garaffoni. Poco avanti è la fontana del Càlamo, detta anche delle Tredici Cannelle dai clipei con teste bronzee di fauno che gettano acqua; prese le vigorose ma sapienti forme manieriste, a grosse bugne rustiche, nel 1559 circa, su un disegno attribuibile a Pellegrino Tibaldi.

 
BIBLIOTECA COMUNALE BENINCASA
 

Il volume manierista di palazzo Mengoni Ferretti (1592) è sede di questa istituzione, for-matasi per legato testamentario del 1669 e aperta pubblicamente nel 1671 nel palazzo familiare di via della Loggia; donata infine ai Comune, venne sistemata nel palazzo degli Anziani nel 1750 (contava allora 2634 volumi a stampa e manoscritti principalmente di diritto civile e canonico, storia, geografia e mercatura) e dal 1950 nella sede attuale. Pur depauperata dalla dispersione bellica di oltre 8000 volumi, il fondo attuale supera i 135 000 titoli. Direttamente addossata al palazzo è la porta S. Pietro, popolarmente detta arco di Caròla e datata 1221, uno dei pochi reperti della massiccia cinta urbana edificata nel XIII secolo; la ornano due protomi leonine.

 
PALAZZO MILLO
 

Al termine di via Granisci. anch'essa parte dell'antica via del Comune, venne edificato nel 1759-70. Il disegno di gusto vanvitelliano va attribuito a Carlo Marchionni, allora direttore dei lavori portuali, che lo eseguì con il figlio Filippo e Francesco Maria Ciaraffoni. Dotato di ampio scalone con atrio e corte interna, fu affrescato (scene mitologiche) nei saloni superiori da Giuseppe Pallavicini.

 
Piazza Cavour e Largo XXIV Maggio

La prima è imperniata sulla statua dello statista piemontese (Aristodemo Costoli, 1867). Il secondo è stretto tra il sacconiano palazzo delle Poste e Telecomunicazioni (Guido Grilli, 1926) e il palazzo del Popolo (1931). Merita una breve deviazione la chiesa di S. Maria della Misericordia, dal bel portale gotico-rinascimentale di Marino di Marco Cedrino (1475) pertinente al precedente luogo di culto distrutto nel 1944.

 

   

Piazza Cavour

 

Il Passetto e il Monumento ai caduti

   
  Viale Della VIttoria

Teso asse portante dello sviluppo urbanistico della città fra le due guerre, è costellato di villini liberty e innervato da un passeggio alberato di civile decoro. Dopo aver oltrepassato la tranquilla piazza Diaz, tradizionale luogo di ritrovo giovanile, si giunge - in un azzurro colpo d'orizzonte - sulla terza sponda marina della città: il Passetto.

Monumento ai caduti

Il luminoso tempietto periptero in pietra d'istria, di raffinate proporzioni doriche, venne disegnato (1927-33) da Guido Cirilli: consta di otto colonne strigliate, che sorreggono il fregio con l'epigrafe della canzone leopardiana «All'Italia».

 

Torna su