RECANTI Parte Prima


Testi e fotografie: Wikipedia

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Recanati sorge sulla cima di un colle, la cui cresta tortuosa è quasi pianeggiante, a 293 m s.l.m., tra le valli dei fiumi Potenza e Musone. Dista circa 20 km dal capoluogo Macerata, 8 km da Loreto e poco meno di 40 km da Ancona.
Il mare Adriatico, oltre il quale quando l'aria è chiara si vedono i monti della Dalmazia, è a una decina di chilometri a est della città. In direzione nord è visibile il monte Conero che si perde nelle acque e dagli altri lati della città, non chiusa né limitata da prossime elevazioni, sono visibili le cime degli Appennini. Le cime dei monti Sibillini con il monte Vettore e più su il monte San Vicino, lo Strega e il Catria sono ben visibili.
Come altri centri marchigiani, anche Recanati è la tipica "città balcone" per l'ampio panorama che vi si scorge: città e borgate sono sparse in gran numero nell'ampia distesa, tra piani, valli e colline.

 

Dell'origine del primo centro abitato di Recanati non si hanno notizie certe. Sicuramente i territori circostanti furono abitati già in epoca preistorica dalla popolazione dei Piceni, diffusi nella regione. In epoca romana, lungo la valle del fiume Potenza, allora navigabile, sorsero due importanti città: Potentia, in corrispondenza della foce e Helvia Recina, anche detta Ricina, verso l'interno.
A causa dell'invasione dei Goti condotta da Radagaiso intorno al 406 d.C., che misero a ferro e a fuoco la zona, la popolazione cercò rifugio sulle colline. Si ritiene che tanto Recanati quanto Macerata debbano la loro origine a quell'antica città. Il nome Recanati, in latino Recinetum e Ricinetum, indica anch'esso la derivazione della città da Ricina. Recanati poi si andò a poco a poco formando con la riunione di alcuni piccoli luoghi posti sullo stesso colle: il castello di Monte Morello, il castello di San Vito, altrimenti detto Borgo di Muzio, il castello di Monte Volpino e il borgo di Castelnuovo, borgo che in origine sembra si chiamasse Castello dei Ricinati

 

 

Piazza Leopardi

 

Nel 1798 la città subì l'occupazione francese da parte delle truppe napoleoniche. La partecipazione ai moti risorgimentali del 1831 costa la vita al recanatese patriota della libertà Vito Fedeli, chiuso in un carcere pontificio. Nel 1848 Giuseppe Garibaldi volle transitare nella città di Giacomo Leopardi per soccorrere Roma, la capitale della Repubblica Romana, a cui Recanati apparteneva[5].
Nel 1860 l'annessione dello Stato della Chiesa al Regno d'Italia, in seguito alla battaglia di Castelfidardo, integrò la storia del Comune di Recanati alla storia dell'Italia di oggi. Nel 1893 un tratto di litorale viene scorporato dal territorio comunale per costituire il nuovo comune di Porto Recanati.

 

Nel 1937 con R.D. n° 1335, convertito nella Legge 2255, viene istituito il Centro Nazionale di Studi Leopardiani, la cui sede era stata progettata da Guglielmo De Angelis d'Ossat. Nel 1968, il politico recanatese Giacomo Brodolini, eletto nelle file del PSI viene nominato Ministro del lavoro e della previdenza sociale nel secondo governo di Mariano Rumor (1968-1969). Da Ministro, introdusse fondamentali riforme nel mondo del lavoro: il superamento delle gabbie salariali, la ristrutturazione del sistema previdenziale e l'elaborazione dello Statuto dei lavoratori sono solo alcune delle iniziative di cui fu promotore.
Nel 1990 nasce il Premio Città di Recanati, che poi prenderà il nome di Musicultura. Il Festival si impone come una delle più importanti manifestazioni nazionali di musica d'autore. Nel 2005 il festival si trasferisce allo Sferisterio di Macerata Nel 2008 nasce a l’Artika Festival che propone esposizioni di arte contemporanea, performance e concerti. Il festival, che propose artisti come Hernan Chavar, Nicola Alessandrini, Niba, Hotel Nuclear, 7/8 kili, Zapruder filmmakersgroup, Davide Savorani, Carloni & Franceschetti, cessò la sua attività nel 2012. Il festival vide la presenza di musicisti come Turin Brakes, Dente, Bachi da pietra, Ronin, IOIOI, Il pan del diavolo, Above the tree, Der Feuerkreiner, OvO, Uochi Toki, Pitch, Bob Corn, Dadamatto. Nella letteratura fra gli altri sono stati ospitati Paolo Nori e Alessandro Bonino.

 

Palazzo Leopardi

   
   

 

 

Palazzo Leopardi: è la casa natale del poeta, affacciata su Piazzetta Sabato del Villaggio. Tutt'oggi il palazzo è abitato dai discendenti e aperto al pubblico. Esso venne ristrutturato nelle forme attuali dall'architetto Carlo Orazio Leopardi verso la metà del XVIII secolo. L'ambiente più suggestivo è senza dubbio la biblioteca, che custodisce oltre 20.000 volumi, tra cui incunaboli e antichi volumi, raccolti dal padre del poeta, Monaldo Leopardi.
Piazzetta del Sabato del Villaggio: sulla quale si affaccia Palazzo Leopardi. lì vi si trova la casa di Silvia e la chiesa di Santa Maria in Montemorello (XVI secolo), nel cui fonte battesimale fu battezzato Giacomo Leopardi nel 1798.
Orto sul Colle dell'Infinito: Posto sulla sommità del Monte Tabor, è il giardino dell'ex convento di Santo Stefano da cui si domina un panorama vastissimo verso le montagne. Questo panorama avrebbe ispirato l'omonima poesia composta dal Leopardi a 21 anni.

 

L'Orto è situato a poca distanza da Palazzo Leopardi e nel 2017 è stato dato in concessione al FAI, che lo gestisce e ne ha curato il restauro. Sulle mura esterne al giardino c'è una lapide con le iniziali dell'idillio L'Infinito (1819), mentre costeggiando queste mura in direzione del Centro Nazionale di Studi Leopardiani si trovano i resti, ricomposti per anastilosi, della primitiva tomba di Giacomo Leopardi a Napoli.

 

 

La biblioteca di casa Leopardi

 

Giacomo Leopardi

 
 

 

 

 
 

Palazzo Antici-Mattei

 

 

 

 

Palazzo Antici-Mattei, casa della madre di Leopardi, Adelaide Antici Mattei, edificio dalle linee semplici ed eleganti con iscrizioni in latino. Si trova su via Antici, ha un aspetto tardo settecentesco, diviso da cornice marcapiano in due livelli: il primo scandito da un ordine di quadrotte in conci di pietra bianca, e dal portale di ingresso architravato, il secondo da ordine regolare di finestre rettangolari. Di fronte questo palazzo si trovano le scuderie fatte erigere dal cardinale Tommaso Antici, che mostrano una facciata concava neoclassica, in mattone a vista, con un grande portale centrale che occupa lo spazio d'altezza sino in cima, dove culmina a timpano triangolare, fasciato dagli stipiti a bugna, e con ai lati due nicchie, mentre i pilastri estremi sono inquadrati da paraste a capitelli ionici e da oculi con busti. Palazzo Antici custodisce un importante archivio che proviene dalla famiglia romana dei Principi Mattei.

 

Chiostro di Sant'Agostino

     

Statua di Giacomo Leopardi nella piazza comunale

 

 

Chiesa e chiostro di Sant'Agostino (XIII secolo) in Piazza Pietro Giordani, fu costruita assieme al convento degli Eremitani di San'Agostino nel 1270 e rifatta un secolo dopo assieme alla cattedrale. Il portale in pietra d'Istria (1485) è di Giuliano da Maiano, mentre l'interno fu rifatto alla fine del XVII secolo su disegno del Ferdinando Galli da Bibbiena, con pale realizzate dal Pomarancio, Pier Simone Fanelli, Felice Damiani e residui di affreschi di Giacomo da Recanati. Vi sono poi opere di Antonio Calcagni che qui è sepolto.

Torre del Passero Solitario: nel cortile del chiostro di Sant'Agostino è visibile la torre, la cui cuspide a cartoccio fu decapitata da un fulmine nella metà del XIX secolo, resa celebre dalla poesia "Il passero solitario".

 

 

La torre ha impianto quadrangolare, risalente al XIII secolo, con quattro arcate per la cella campanaria. La parte superiore è più movimentata, ornata nelle quattro facciata da archetti pensili, e in cima da quattro piccole cuspidi angolari.

 

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