RECANTI Parte Seconda


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Beniamino Gigli (Recanati, 20 marzo 1890 – Roma, 30 novembre 1957) è stato un tenore e attore italiano, uno dei più celebri cantanti d'opera del XX secolo.

 

 

Beniamino Gigli

 

Casa natale di Beniamino Gigli

 
 

 

 

 
 

La casa natale di Beniamino Gigli si trova a Recanati in via Risorgimento (contrada Castelnuovo). Gigli vi nacque il 20 marzo 1890, come ricorda una targa commemorativa. Il palazzo è risalente alla metà dell'Ottocento, realizzato come struttura condominiale in laterizio a vista, con intonaco che fascia le cornici dei portali e delle finestre, che sono distribuite in due ordini, divise orizzontalmente da fasce marcapiano che segnano i tre livelli del palazzo. Alla base gli archi a tutto sesto sono più grandi per ospitare l'accesso principale e le botteghe.

 

Villa Gigli si trova tra Recanati e Loreto lungo viale Beniamino Gigli. Sorge sul colle Montarice, fu lo stesso tenore che volle questa residenza, acquistando il terreno all'inizio degli anni Venti, dando l'incarico di edificazione all'architetto Guido Cirilli, allievo del Sacconi. Successivamente Gigli delegò il fratello Catervo Gigli, professore di Belle Arti. I lavori iniziarono nel 1920, nel 1923 entrò in cantiere l'architetto Florestano Di Fausto, che si scontrò con Catervo per la monumentalità eccessiva del progetto, terminato nel 1927. La villa si estende su un vasto parco, costituito da un giardino all'italiana, fatto di simmetrie e geometrie, dove siepi perimetrali cingono gruppi ordinari di alberi, palmette e sfere di bosso in topiaria. I lati nord e sud del giardino sono circondati da una fascia a bosco, mentre il versante collinare prevede una zona di giardino all'inglese.

 

Villa Gigli

 

Interno della Villa

 

 

 

La villa invece è una sintesi dell'eclettismo architettonico del primo Novecento, che mescola i gusti barocchi, rinascimentali e moreschi: alla sommità della scalinata di accesso si staglia la mossa facciata principale, prospetto ostenta un fastigio ad altana coronato da quattro statue, raffiguranti l'Architettura, la Scultura, la Pittura, il Canto; invece al cognome "Gigli" fanno rimando i disegni allusivi dei gigli, il pavimento mosaicato, negli elementi decorativi vari della villa e del giardino. L'interno della villa a pianta centrale, è distribuito negli spazi a due piani, nell'appartamento dell'attico, collegato a gli altri da scaloni e ascensori. Si susseguono saloni, camere, sale dello studio e della musica, la cappella privata, con decorazioni parietali a motivo classico e mitologico commissionate personalmente dal Gigli. L'arredamento consiste in tappezzerie provenienti da manifatture parigine, da mobili della ditta Ducrot di Palermo, lampadari di Murano, oggetti, arazzi, quadri del XVII secolo, composizioni floreali di Giuseppe De Curtis. L'attico è ornato con scene allegoriche del lavoro nei campi, opera di Adolfo De Carolis.

 

 

 

La tomba di Beniamino Gigli

 

In viale Dalmazia, all'interno del Cimitero comunale, si trova la tomba del celebre tenore. Fu realizzata dal fratello Catervo Gigli, ispirandosi ai monumenti classici dell'Ottocento: ha una forma piramidale a base quadrata ed è interamente realizzata in conci di travertino, a ispirazione delle piramidi dell'Egitto, anche se le spoglie di Beniamino si trovano in sarcofago di marmo all'ingresso del cimitero. La piramide poggia su un basamento decorato con una donna greca scolpita in bassorilievo e con elementi fitomorfi ispirati alla pittura egizia, le stesse decorazioni scolpite sono scolpite sui 12 pilastrini in travertino che delimitano il perimetro esterno del marciapiede. L'ingresso è sottolineato da un monumentale portale in marmo in stile egizio, a bassorilievo con simboli cristiani e pagani. Ai lati all'esterno ci sono due statue bronzee, realizzate da Catervo, che raffigurano le 3 Virtù Teologali. L'interno è affrescato a tempera. opera di Arturo Politi: in una mandorla dorata si trova il Cristo al centro del Giudizio Universale,. fiancheggiato da angeli inginocchiati.

 

 

Chiesa di San Domenico

 

 

 

 

Chiesa di San Domenico o del Santissimo Rosario adiacente Piazza Leopardi, è stata costruita dai Domenicani nel 1272, e rimaneggiata nel XVIII secolo. Nel sito del convento, oggi demolito, si racconta che passò San Pietro Apostolo, lasciando una reliquia della Croce. L'attuale altare marmoreo è attribuito da Giuliano da Majano e risali al 1481, mentre l'abside in stile neogotico risale all'Ottocento, come la facciata pseudo-gotica. Di interesse si conservano il dipinto di San Vincenzo Ferrer in gloria del 1513 ca, opera di Lorenzo Lotto, tagliato nel Settecento per adattarlo a pala d'altare. Di fronte a questo c'è il San Sebastiano del Torreggiani; a destra della chiesa si trova Porta San Domenico, in stile medievale.

 

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